Dettagli Recensione
Finale stridente
Acquanera è la storia di tre donne (la nonna Elsa, sua figlia Onda e sua nipote Fortuna) che vivono in un piccolo paese sperduto e condividono un dono che è anche una maledizione. Riescono ad avere un rapporto molto stretto con la morte, con la natura e con lo spirito dei defunti. "Medium" vengono chiamate dai più educati ma di solito i concittadini riservano loro l'appellativo di streghe e le tengono a distanza, salvo raggiungere la loro casa di notte e di nascosto quando hanno bisogno di qualche sostanza proibita per rimanere incinta o sbarazzarsi di una gravidanza indesiderata.
Le tre donne sono molto diverse tra loro. Elsa è rassegnata ma non amareggiata e nutre un amore molto forte per sua figlia e sua nipote. Onda è sicuramente il personaggio più duro, ribelle, cattivo. Si isola dal mondo che l'ha rifiutata e allontana l'amore di chiunque, persino della figlia. Fortuna vivrà un'amicizia molto forte con un'altra bambina, Luce, ma sarà proprio l'esito di questo rapporto, con cui tra l'altro si apre il romanzo, a spingerla ad andare via dal paese.
Il tema del pregiudizio e dell'odio per il diverso è centrale e ben sviluppato attraverso le figure delle tre donne che pur essendo diverse lo vivono sulla propria pelle allo stesso modo: soffrendo, chiudendosi in se stesse e costruendosi il proprio mondo di infelicità in cui sopravvivere. Più di una volta avrebbero la possibilità di provare a costruirsi una vita più normale altrove ma non lo fanno. Forse perchè la prigione dell'emarginazione è più che altro mentale e "altrove" non cambierebbe nulla, o forse perchè alle Donne il partire per il mondo proprio non riesce. Devono restare e consumarsi.
Gli uomini nel romanzo non hanno doti da medium, fanno vite normali e sono forti, seri. Quando non muoiono per varie circostanze cercano di interagire con le donne ma sempre a distanza, marginalmente, un po' spaventati dai misteri che esse custodiscono.
Ho trovato un'occasione sprecata visto il tema molto originale del romanzo il concentrarsi esclusivamente sul come le protagoniste vivono la solitudine e il rifiuto della società e non approfondire il tema delle anime dei defunti: cosa chiedono? cosa rimpiangono? Sappiamo poco di loro visto che per Onda (l'unica che riesca a parlarci) non sono altro che un peso e una maledizione.
L'ambientazione è resa perfettamente. Il lago vicino al paese con le sue acque immobili e pericolose evoca solitudine, immobilismo, angoscia. Sentimenti che pervadono il romanzo.
Valentina D'Urbano scrive molto bene secondo me, ma più di una volta mi sono chiesta se il dramma non fosse "troppo" e fine a se stesso. E il finale (ATTENZIONE SPOILER) l'ho trovato stridente rispetto al resto della storia che poteva restare dura fino alla fine invece che inutilmente consolatoria.
Indicazioni utili
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