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Il mondo non mi deve nulla
 
Il mondo non mi deve nulla 2014-03-29 12:04:04 antonelladimartino
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
antonelladimartino Opinione inserita da antonelladimartino    29 Marzo, 2014
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ALLORA RUBI, INVECE DI PERDERE TEMPO

Breve, ma denso. Vite diverse, visuali opposte, valori perduti s’incontrano, si scontrano e si rimescolano in una buffa tragedia, che si snoda veloce come un giro di danza.

I due personaggi principali ricordano i compagni di viaggio di Dorothy, alla ricerca del mago di Oz. Lei è tedesca, è ricca, ha girato il mondo. Ha classe, gusto, intelligenza. Le manca il cuore. Lui è italiano, è povero, e conosce soltanto la sua Rimini. Pochissima intelligenza. Gusto inesistente. Una classe tutta sua. Ma il suo cuore alimenta un’ostinata voglia di vivere.

Lei è stata derubata delle sue illusioni di alto livello, necessarie per vivere. A lui hanno portato via il poco che aveva, più che sufficiente per sopravvivere felice e contento. Lei è una vera principessa, fuori dai giochi. Lui è un perdente, imprigionato in un labirinto senza uscita. Lei cerca la sua ultima menzogna. Lui non sa che cosa sta cercando, ma s'impegna con passione.

I protagonisti scambiano testimonianze sui loro mestieri di vivere e sulle loro scelte di morte, confrontano livelli di consapevolezza e tecniche di illusione, intrecciano richieste e proposte impossibili. Qua e là, nei monologhi e nei ricordi, emerge il ricordo di antichi valori forti, seppelliti insieme alle generazioni perdute. Al centro della scena, invece, emergono i nuovi sensi di colpa che avvelenano le esistenze: il vero peccato è non essere belli; non essere ricchi; non saper esercitare la nobile arte della menzogna. È forse il solito mago di Oz, quel vecchio ventriloquo, che continua a ingannarci?

Il gioco tra i due, narrato con un ritmo trascinante, sembra senza vie di uscita; ma arriva il terzo incomodo, armato del coraggio necessario, che trova la soluzione migliore, per tutti. L’inverosimiglianza c’è, ma si adegua perfettamente all’insieme, soprattutto nei cambiamenti bruschi di dialoghi e stati d’animo.

Quanta vita, quanta memoria, in poche pagine. Massimo Carlotto ha ottenuto una molteplicità di sapori mescolando pochi ingredienti: non perdete questa piccola storia nobile, costruita con ironia e sentimento.

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lo stesso autore, lo stesso genere, narrativa contemporanea di qualità.
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Commenti

7 risultati - visualizzati 1 - 7
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29 Marzo, 2014
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Stiamo parlando dello stesso Carlotto de "il maestro di nodi" e "arrivederci amore ciao", dalla movimentata vita tra Italia e Sud America, se non ricordo male? Riferendomi ai due titoli avevano delle discrete idee di fondo, ma li ho trovati scritti decisamente male oltre che banali e prevedibili (di peggio ho trovato solo la trilogia delle sfumature), credo si possa fare decisamente di meglio. Pessima poi la trasposizione cinematografica di "arrivederci amore ciao".
Che faccio, mi fido e rischio? Del resto non c'è due senza tre...
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C.U.B.
30 Marzo, 2014
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Affascinante. Poi Carlotto mi piace, motivo in piu', grazie della segnalazione !
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antonelladimartino
30 Marzo, 2014
Ultimo aggiornamento:
30 Marzo, 2014
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Ciao Paolo :-) Non ti consiglio di rischiare: Carlotto è sempre Carlotto. Evidentemente, non fa per te.
Grazie CUB! Anche a me Carlotto piace molto :-)
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30 Marzo, 2014
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Peccato, a volte certe recensioni invogliano :-)
Il fascino di Carlotto ha il suo perchè :D
Giusto, Gracy! Qui ho cercato di illustrare il come (a mio modesto parere) ;-)
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