Dettagli Recensione
L'evoluzione moderna del romanzo di formazione
Chiara è una scrittrice 36enne che conduce una vita normale, fino a quando non rimarrà vittima di un autentico rovesciamento che le farà perdere ogni certezza e punto di appoggio.
Soprannominata 'Mister Magoo' perchè "come il Mister Magoo del cartone animato e del telefilm, io cado, inciampo, nemmeno mi accorgo di essere in pericolo, non so guidare...', sarà lasciata dal marito, in fuga verso una nebbiosa Dublino insieme ad una misteriosa Lei "che cucinava pancake eccezionali", e la sua rubrica su un settimanale verrà rimpiazzata da uno spazio del quale si occuperà Tania Melodia, la "vincitrice morale del Grande Fratello".
Entrata in un profondo baratro psicologico, Chiara realizza una sorta di annichilimento interiore, finché la sua psicoanalista, la dottoressa T., le proporrà un 'gioco' alquanto bizzarro: 'Per un mese, a partire da subito, per dieci minuti al giorno faccia una cosa che non ha mai fatto.'. E qui inizia il bello del romanzo.
L'elenco delle sue attività quotidiane inizialmente porteranno la nostra protagonista a nutrire sempre più dubbi che peggioreranno la crisi esistenziale apertasi dopo il divorzio, ma pian piano sarà lei stessa a rimettere insieme il puzzle della sua esistenza, perché grazie a questo 'gioco' si accorgerà di negozi vicini a casa sua che non aveva mai notato prima, si dedicherà con anima, corpo e mente in attività mai coltivate prima che la aiuteranno a combattere la tirannia del tempo e, soprattutto, i suoi dieci minuti più importanti li trascorrerà insieme alla madre, nel momento in cui per la prima volta le chiederà come sta davvero e che cosa prova dentro quando svolge la sua attività di volontaria. Senza dimenticare personaggi tanto importanti quanto estroversi come il suo amico gay Giampietro con la fissa di 'coniugare al femminile' ogni oggetto, animale o persona, il ragazzino eritreo di nome Ato che prenderà in affido e il suo ex marito, un uomo a metà tra il serio e il faceto e incapace di accettare una Chiara che sta, a piccoli passi, diventando autosufficiente sotto ogni punto di vista.
Un romanzo dalla narrazione spigliata e dinamica, che, tuttavia, non vuole caricare di significato le attività svolte dalla donna, bensì gli effetti che provocano nel suo Io: possiamo vederlo come un percorso iniziatico che porta Chiara a sviluppare un profondo senso di responsabilità, che la porta prima ad affermare che 'mi ha stupefatto ancora di più scoprire quello che c'era già. Per esempio la Città dei Ragazzi. Mia madre. Giampietro. Elisa18. Giada. Annalisa. Gli ottantanove invitati alla mia festa di Natale. I negozi a un passo da dove abito. Il romanzo che non credevo di avere dentro, ma che evidentemente c'era, se ora non riesco a mettere di scrivere.', per poi farle rendere conto che 'è quella cosa lì che mi manca.
La nostra vita sempre uguale.
Bellissima.
Implacabile.'
Tra i tanti spunti di riflessione che l'autrice vuole offrirci, sicuramente va fatta una menzione particolare per lo straordinario capitolo conclusivo, costruito impeccabilmente secondo il modello del monologo teatrale, nel quale una Chiara nuova, rinata e tirata a lucido per l'occasione riavvolge il nastro e comprende con lucidità, fredda e raziocinio di avere teorizzato, messo in pratica e superato quella dicotomia pirandelliana riguardo il concetto di 'vita'. Una vita nella quale è indispensabile emanciparsi, spogliarsi dei vestiti e delle maschere, 'e noi dobbiamo saltare.
Nudi.
Saltare.
E basta.'
Un libro la cui copertina, forse, potrebbe renderlo etichettabile come un romanzetto rosa, perché 'Purtroppo siamo in Italia. È un paese provinciale, il nostro. Ti invito anche solo a pensarci.' Di leggerlo, aggiungo io.
Anche solo per aiutare me e Chiara a trovare una risposta alla riflessione che mi ha colpito di più in assoluto: 'Quando fanno qualcosa per noi, gli altri ci consegnano o in realtà ci tolgono un'occasione?'.
Io una risposta me la sono data, ora aspetto le vostre.
Indicazioni utili
'Storia di un corpo' di Daniel Pennac;
'Novecento' di Alessandro Baricco.
Commenti
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Della stessa autrice ho già letto un libro.
Segno per darti al più presto la mia risposta.
:-)
Ciao
"L'uomo è debole, la donna è forte, l'occasione è onnipotente", scrisse Ivan Turgenev.
Penso che una qualsiasi occasione lasciata agli altri, anche quella apparentemente meno appagante, finisca per privarci inevitabilmente di un'esperienza.
E l'occasione 'nuova' che ci si presenta dinanzi non sarà mai paragonabile a quella 'scartata', perchè - meccanica quantistica a parte - non sapremo mai cosa abbiamo lasciato andare via :-)
Ciao :-)
Mi sembri una persona che preferisca sempre muoversi con i piedi di piombo a prescindere da parentele e amicizie varie, correggimi se sbaglio :-)
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