Dettagli Recensione
La misteriosa circolarità del tempo. E un antieroe
Chi sia abituato a romanzi "canonici", dalla struttura lineare, forse resterà spiazzato leggendo "La serpe e il mirto (1978)". Perché è difficile incontrare un libro sulla circolarità del tempo, come promette la quarta di copertina, ma anche una narrazione che conquista per le sensazioni che trasmette, un racconto che fonde sapientemente Noir, Mystery e letteratura di viaggio, in un mix molto originale. Come originalissimo è il protagonista, Aguilar Mendes, uno studioso argentino fuggito dalla dittatura e "capitato" nei vicoli di una Roma magica e violenta: quella della mattina del rapimento di Aldo Moro e dei luoghi che appaiono e scompaiono, delle sedute spiritiche, dei mitrei sotterranei.
Ma "La serpe e il mirto (1978)" non si ferma qui: Aguilar Mendes, antieroe per eccellenza, è lo strumento che ilTempo ha scelto perché la sua ciclicità (ben rappresentata dal serpente che si morde la coda) non sia interrotta. Tra intrighi politici, occulti segreti e donne dal fascino inquietante, il protagonista viaggia in un flusso di eventi e momenti che sembra dominarlo totalmente, trascinarlo via con sé. Dalla Roma del 1978 a quella di fine 800, dal Portogallo contemporaneo al Brasile del passato, dai miti delle "vie dei canti" degli aborigeni australiani a quelli delle sette gnostiche dell'ellenismo. Il tutto con una scrittura avvincente e colta, mai eccessiva, spesso piena di ironia. Uno stile e un libro prezioso per il senso di straniamento che comunica, per i suoi personaggi così veri e così spiazzanti.
Amo molto "La serpe e il mirto (1978)". È un romanzo che si legge di un fiato, e all'ultima pagina si è dispiaciuti di averlo finito. Lo sto rileggendo per la terza volta, e vi scopro sempre nuovi "piccoli tesori",
figure a prima vista secondarie che completano un incastro davvero efficace, raro da incontrare. Una lettura da non perdere...
Indicazioni utili
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