Dettagli Recensione
Pensavo fosse amore e invece....
Brian ha quasi cinquant'anni, un matrimonio fallito, un buon lavoro e amici con cui dividere serate e confidenze.
Una vita ricca la sua ma, nonostante questo, sente che manca qualcosa.
C'è un luogo, però, che riesce a rappacificarlo con i suoi pensieri e i suoi stati d'animo: il Camposanto di San Gervasio.
Da questo luogo suggestivo trae un profondo senso di pace, quello che realmente gli serve per riordinare idee ed emozioni.
Un giorno, nel visitarlo per l'ennesima volta, si imbatte in una sconosciuta.
La donna è avvenente e ne resta subito ammaliato.
Ha voglia di conoscerla, di carpirne i segreti e per questo inizia con lei una conversazione dai toni confidenziali nella quale si sorprende a confidarle particolari della sua vita privata.
La donna si chiama Livia e per Brian è la donna giusta, quella che attende da sempre.
Dopo questo incontro non sarà più lo stesso uomo e Livia occuperà prepotentemente i suoi pensieri.
Per giorni spera di poterla rincontrare finché questo accade.
Inizia, così, un rituale di corteggiamento al quale Livia, già sposata, cerca di sfuggire ma Brian, non può e non vuole rinunciare.
Rita Bignante è una scrittrice emergente originaria di Torino ma che vive e lavora a Cumiana e questo è il suo secondo romanzo.
La scrittrice lascia raccontare questa storia d'amore al protagonista in prima persona, utilizzando un linguaggio moderno.
La scrittura è fluida, immediata ma troppo infarcita di citazioni letterarie e di rimandi storico/artistici che, invece di fornire una cornice romantica e d'altri tempi alla storia, diviene quasi una forzatura del testo tanto da risultare pesante e, in alcuni punti, inappropriata. L'autrice, infatti, sembra essersi concentrata più su questo aspetto che sui dettagli della storia d'amore che risulta carente di emotività e poesia. Mi chiedo:" Tutto questo è per nascondere le pecche della trama o solo un tentativo di arricchimento del testo? Sinceramente non saprei rispondere.
Unico punto a favore è un finale che sorprende e regala un' emozione.
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Commenti
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felice di aver trovato nuovamente il tempo di leggere una tua recensione, che ho trovato molto interessante e costruttiva, nonostante sia un periodo in cui di storie d'amore non voglio manco sentirne parlare! Dall'inizio della recensione mi ha ricordato molto "Doppio sogno" di Arthur Schnitzler, con la tenera Albertine e il malinconico Fridolin. Complimenti ancora.
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