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Il libro dell'amore proibito
 
Il libro dell'amore proibito 2014-03-13 17:00:50 mia77
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mia77 Opinione inserita da mia77    13 Marzo, 2014
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Il libro dell'amore proibito di Mario Desiati

Mi è piaciuto questo libro, che parla di un amore impossibile ai più e possibile per Veleno e Donatella, costretti a stare lontani a causa dell’età anagrafica (13 anni lui e 30 lei) e per questo considerati “anormali”.
In questo libro l’attrazione di Veleno per la sua professoressa di educazione tecnica diventa ossessione. Veleno ha visto per anni lo zio, padrino di cresima e fedele adoratore della Maria Addolorata, in adorazione durante la vestizione della stessa ( “la sua dedizione sfocia quasi nella mania che hanno i solitari, i puri di cuore, i pazzi”) e da questo zio ha assorbito la devozione verso l’oggetto d’amore (“quando ero un bambino ho imparato che esistono amori impossibili, ma talmente grandi e innominabili che non si possono spiegare”). Per lui la devozione per Donatella (che agli occhi altrui sembra deviazione) è l’unico possibile modo di amarla. Qui si intravede, quindi, l’unione e l’intreccio della sfera religiosa con quella della sensualità, che si confondono e gli fanno vedere l’amore come sacrificio e devozione.
Il loro amore, nato in sordina, si nutre della distanza che li divide per quasi dieci anni e da questa prende la sua forza vitale.
Le frasi che mi hanno maggiormente colpita sono le seguenti:
“mia nonna Comasia, dopo avermi condotto innanzi a un muro, mi confidò che se volevo conoscere fino in fondo cos’era la gioia, avrei dovuto trovare un ostacolo da scavalcare”;
“c’era un’ora ogni settimana che mi sentivo un ragazzo come gli altri. E questo era merito della professoressa di educazione tecnica, l’insegnante che in un cambio d’ora alle soglie dell’aula dei professori, era rea di “entrare nel recinto” con le belve”;
“…la verità era che uno è davvero in famiglia quando è se stesso. Non ero me stesso quando ero a casa, lo ero con le mie vite immaginarie… ero me stesso nel mondo che gli altri definivano un mondo di fantasia. Soltanto lì”;
“Per la saliva di quella bocca sarei morto”;
“La bellezza è nell’istante, ma la grazia nel tempo”;
“E’ saggio il silenzio”;
“Ponetemi un divieto e lo infrangerò. Solo quando oltrepassi l’impedimento assapori la conquista”;
“Nessuno mi ha mai proibito di amare qualcun altro, ma me lo sono proibita io stessa, è l’unico amore che si può vietare…forse…” ( glie la dice la nonna Comasia);
“Ho imparato a tollerare le persone convinte d stare nel girone dei retti. Uomini e donne persuasi di essere stati investiti di una missione moralizzatrice dell’umanità”;
“Proibitemi d’amarla e l’amerò per sempre”.

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Commenti

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Ma quale amore? Si fa davvero uso ed abuso di questa parola, spesso per giustificare aberrazioni.
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mia77
14 Marzo, 2014
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Nemmeno io sono dell'idea di una unione tra un bambino di 13 anni e una donna di 30. Ciò non toglie che da parte sua sia amore, visto che dopo 10 anni lui non si è innamorato più di nessun' altra, perchè è ancora innamorato di lei e i due decidono di trascorrere la loro vita insieme. L'autore scrive il libro cercando di non giudicare i protagonisti e io l'ho letto con questa intenzione. Anche se non condivido la loro scelta, ho letto un bel libro e non mi sento di giudicare le scelte dei protagonisti. Chi siamo noi per giudicarli?
In risposta ad un precedente commento
Cristina72
15 Marzo, 2014
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E' facile plagiare un tredicenne. Io mi riferivo alla prof trentenne, che avrebbe fatto bene a tenere per sé il suo grande “amore”. Esiste un codice penale per certe cose e a giudicare ci stanno i giudici.
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