Dettagli Recensione
Solo uomini
Non avevo mai letto un libro concentrato sui militari, su veri militari, e aver iniziato con questo credo sia stata un'ottima mossa, soprattutto perché mi ha fatto venire voglia di saperne di più della vita che gli uomini che si prendono questo incarico conducono nelle basi, sperse in Paesi lontani e pericolosi. E' di questo che parla il libro: una compagnia di militari assegnati all'Afghanistan e le loro vite sospese, scelte mancate, i pensieri più intimi di ognuno di loro, perché dopotutto sono solo uomini!
L'ho capito solo dopo parecchie pagine, ma Giordano ha srotolato un filo conduttore dalla prima all'ultima pagina: un collegamento tra l'uomo e il suo corpo, le sensazioni e le conseguenti reazioni del corpo umano. Molto sottile, ma caratteristico.
Un'altra particolarità è che all'inizio i personaggi sono identificati solo con i cognomi, rendendoli impersonali, distaccati, semplici unità di plotone. Con l'avanzare della storia invece cominciano a diventare nomi, persone con delle storie alle spalle, un proprio carattere, propri pensieri... e inizi a conoscerli davvero, e a volergli bene.
Lo stile è molto maschile, con un linguaggio misurato e chirurgico, preciso e quasi schematico. Si sente che a raccontare è un uomo, che parla di uomini e (forse) per uomini. Inoltre il cliché sulla donna sensibile, cedevole di sentimenti, un po' incapace e finta dura è stato un colpo basso; mi aspettavo un po' più di imparzialità.
Non lo rileggerei volentieri più e più volte, ma è stata una bella storia, seria e importante, e sono felice di averlo letto con così costanza da interessarmi davvero alla vita nelle basi. Lo consiglio a chiunque volesse addentrarsi in una lettura seria ma non troppo pesante.