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Terribile!
Dacia Maraini ci lascia 8 racconti, alcuni dei quali scritti in prima persona, tutti con il denominatore comune della violenza sulle donne.
A metà tra giornalismo e opera letteraria, le otto storie vengono presentate al lettore con una prosa pulita, limpida e terribile. I racconti sono belli ma non credo che l'autrice puntasse al successo letterario quanto alla denuncia di un fenomeno diffuso e agghiacciante. I racconti più terribili sono sicuramente quelli che riguardano i bambini ma anche l'ultimo, scritto in prima persona da un padre che non ha capito in tempo o forse non ha voluto capire, la violenza che stava subendo sua figlia tra le mura domestiche. Il non voler capire nonostante i campanelli d'allarme, nonostante in fondo al cuore avesse già capito alla prima occhiata, è situazione comune a molti racconti. Altro motivo ricorrente è l'inspiegabile complicità tra vittime e colpevole in una confusione emotiva e psicologica di ruoli per cui la vittima anzichè difendersi finisce per giustificare l'aggressore. Terribile anche la storia della violenza di gruppo sulla dodicenne, non solo per la violenza in sè ma per gli articoli di giornale riportati da cui si evince chiaramente come la società, il paese, la scuola si siano schierati compatti dalla parte dei più forti, i figli di papà, relegando all'angolo la ragazzina che ha subito la violenza, orfana di madre e con il padre troppo "semplice", colpevole di ridere troppo e di indossare a dodici anni sulle gambette magrissime gonne troppo corte.
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