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Quel corpo nel Tevere
Un uomo galleggia nel Tevere.
Il suo corpo è in decomposizione e la permanenza in acqua non favorisce l'eventuale riconoscimento.
Chi è? O meglio...chi è stato?
In una Roma attualissima e famigliare si snodano le vicende di diversi personaggi; Umberto, Giovanna, Marco, Maria, Giorgio, Gustavo.....vite che si intersecano tra loro attraverso rapporti d'amicizia, famigliari e lavorativi e che, in un lasso di tempo relativamente breve, vedono spazzare via le proprie sicurezze e i propri privilegi sociali per un'indagine giudiziaria che li travolge in pieno e li sommerge.
Ne derivano dei ritratti precisi e affinati di uomini e di donne che fanno i conti con il passato, con un presente in salita ed un futuro oscuro ponendo l'accento sulle loro debolezze. Spicca su tutti la figura di Umberto De Berberis, presidente della società incriminata, uomo brillante, ambizioso e dalla solida posizione sociale che si ritrova annientato all'arrivo dell'avviso di garanzia ed è costretto a subire l'arresto per qualcosa che non ha commesso. Umberto, avrà modo di rivedere la sua vita, le sue priorità e di compiere un "mea culpa" sugli errori commessi scendendo dal piedistallo dove si è crogiolato per troppo tempo e riprendendo i contatti con il reale, con la vita oltre le cose riscoprendo, così, il valore unico dell'ambiente famigliare, vera protezione e consolazione da un mondo che non risparmia nessuno.
In questo nuovo romanzo breve, Anna Maria Balzano riconferma il suo talento e il suo raffinato punto di vista corroborata da una penna sobria, essenziale e assolutamente imparziale.
Con un incipit impressionante siamo subito nell'occhio del ciclone.
L'autrice, indaga gli animi e raccoglie pezzi di vite donando la sua personale visione del mondo e rendendoci un ritratto sociale per nulla scontato e molto, molto attuale.
Il titolo del romanzo richiama un oggetto che, apparentemente potrebbe sembrare distaccato dalla trama stessa ma che in realtà assume, già dall'interno del testo una forte valenza simbolica donando senso a tutta la vicenda; la sua presenza aleggia sui destini dei protagonisti ricordando loro quello che resta dopo la bufera, quello che non si disperde alla prima folata di vento.
Questo è il grande insegnamento del romanzo.
Ancora positività, quindi, ancora amore per la vita come nel "Viaggio di Emilia".
L'incipit è da tre i: intrigante, impattante, inquietante.
Da non perdere.
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Commenti
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Ho apprezzato molto questa prova di scrittura di Anna Maria, speriamo che ci regali presto un nuovo titolo da assaporare...
una penna estremamente composta e raffinata, che parla di sentimenti e uomini senza gridare
Anna Maria mi ha piacevolmente conquistata....hai dato una bella definizione della sua scrittura "parla di sentimenti e uomini senza gridare" ....ho apprezzato moltissimo anche la tua recensione....:)
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Mentre leggevo Suite francese, che ho amato tantissimo più di una volta i miei pensieri hanno richiamato la figura di Anna Maria, sempre positiva, ma tura, saggia e tollerante, proprio come Irene Nemirovsky Un esempio per me.