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Marina, bellezza ribelle
Marina è di una bellezza da togliere il fiato: alta, bionda, occhi azzurri, seno procace, gambe da urlo e voce da usignolo. Una visione celestiale che cela, nell’intimo, un vulcano pronto ad esplodere, il suo carattere è fuoco puro, alimentato da rabbia e vendetta. Una ragazza così bella in grado di conquistare il prossimo e, al contempo, fare terra bruciata attorno a sé.
Fin dall’adolescenza frequenta un ragazzo del paese, Andrea, mancato filosofo e agronomo. Lui è determinato a realizzare il sogno di una vita, fare il pastore come l’adorato nonno, stare a stretto contatto con la natura e gli animali, immolarsi al silenzio e alle montagne. Un sogno che vorrebbe condividere con la ragione del suo esistere, Marina Bellezza. Ma la ragazza aspira al successo e al riscatto, sfruttando il proprio talento canoro e la naturale bellezza.
Due persone più diverse non esistono, il giorno e la notte. Cosa le unisce? Il passato infelice e delle problematiche famigliari irrisolte; infatti, Marina ha un padre assente ed una madre alcolizzata, Andrea, invece, un fratello maggiore involontariamente beniamino dei genitori imperfetti. Soffrono entrambi moltissimo per queste situazioni, tanto da non riuscire a vivere una vita normale, rapportarsi con gli altri in modo civile ed umano risulta essere un compito gravoso. Si cercano, si amano alla follia, si lasciano, si riprendono ed ancora i cuori e le anime si infiammano, sembra una questione chimica, separati non sono nulla, insieme ardono. Riusciranno a trovare un equilibrio interiore? Tutto volgerà al meglio?
La storia d’amore e d’odio tra i due giovani ha come sfondo le alpi piemontesi ai giorni nostri, tutto inizia e finisce lì. Oltre all’amore malato vengono affrontate altre tematiche, come l’amicizia, i rapporti famigliari, i sentimenti non corrisposti e l’odierna crisi economica. La prima metà del libro si divora, è densa di pensieri profondi, parole preziose, riflessioni commoventi ed incisive; il tutto è scritto bene, curato e pesato. In questo romanzo si nota il salto di qualità dell’autrice, non ci sono volgarità (in Acciaio il contesto, la storia e i personaggi richiedevano un linguaggio più scurrile e giovanile), troviamo studio, intelligenza, cultura, sensibilità, insomma, il talento non manca e gli ingredienti per una buona storia ci sono tutti.
La seconda metà è ripetitiva ed inconcludente, un tira e molla tra fidanzati che non appassiona; il finale aperto e lasciato in pasto alla fantasia del lettore non è azzeccato, ci sono ancora questioni da chiudere, avrei preferito sapere e mettere la parola fine.
I paesaggi, le situazioni e i personaggi sono ben delineati, sia fisicamente che caratterialmente; non ci sono figure positive, è quasi sconfortante pensare di poter incappare per strada in uno di loro, sono capaci di ferire e tirare dritto, in modo particolare Marina, nulla del suo passato può giustificare il suo comportamento attuale, la cattiveria gratuita non è scusabile.
Concludendo, una lettura piacevole, una gita sulle montagne piemontesi.
“ Le parole pronunciate, non erano mai come quelle che restano in silenzio, allo stato di pura intenzione, nella propria testa. Era come se, una volta reali condivise con gli altri, franassero travolgendo tutto il loro significato, trasformandosi nel loro contrario, impoverendo il loro vasto mondo interiore.”
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Commenti
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grande Sary!
Pia
@Pia: grazie mille!
@ Cristina: grazie! Sì, è vero, entrambe arrabbiate con il mondo.
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