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il bordo vertiginoso del nulla
Leggendo le altre recensioni so che rischio ;-D ma è quello che penso di questo libro! Non mi menate please ;-D
A capodanno mi è successo di nuovo… ho comprato una fontana di luce e non è esplosa! Ho visto scintillare la miccia per almeno 10 secondi e poi il buio! Guardando negli occhi mia figlia e mio nipote ho percepito quella delusione di chi aspettava la gioia dei colori e la vibrazione dell’esplosione ma, alla fine, rimane deluso! Allora, da buon padre, ho tirato fuori le bombette che, senza luce, fanno il loro piccolo lavoro in maniera egregia ed ho risolto la nottata!
Ora vi chiederete cosa c’entra “Il bordo vertiginoso delle cose”, scritto da Gianrico Carofiglio [Rizzoli 2013] con la notte di capodanno… con la notte niente ma, a fine lettura, mi ha fatto lo stesso effetto che ho visto negli occhi dei bimbi quella notte alla non esplosione del fuoco d’artificio tanto atteso.
Quando ho scelto di leggere questo libro mi sono lasciato influenzare da una recensione che mi presentava un bel romanzo “di formazione” che tratta di temi spinosi come il terrorismo e l’adolescenza. In soldoni sono stati questi i motivi per cui ho infilato la testa in mezzo a quei fogli.
Ho trovato un libro che alla fine non è riuscito ad esplodere… tanto più che ho cercato di vedere se avevo saltato dei brani o dei capitoli perché non ho trovato quell’ approfondimento, sociale ma anche psicologico, sul periodo del terrorismo che poteva, e doveva a mio parere, dare maggior risalto alla figura di Salvatore ponendo, anche Enrico, sotto un ottica differente con basi solide, politicamente o umanamente motivanti, sulle quali fondare la sua “frequentazione”! Anche il racconto dell’Enrico bambino mi sembra molto, e troppo, simile al triangolo del film Ovosodo dove, il bravo ragazzo Piero Mansani, incontra il ribella, Tommaso Paladini, e si innamora della giovane prof. Giovanna Fornari…. il finale lo lascio immaginare! Quindi niente di nuovo sotto il sole di Bari.
Alla fine il viaggio del vecchio Enrico incontro alla sua adolescenza perde di verve e anche di curiosità appiattendosi sul “già visto” senza regalare colore alla storia.
Questa, naturalmente, è una mia lettura della storia… confido nella mia ignoranza per trovare chi lo ha letto con entusiasmo e possa dirmi “O ignorante ma chi ti credi di essere”… ma anche in quel momento la mia miccia, per farmi travolgere dalla narrazione di Carofiglio, non si accenderà!
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