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QUEL RAGAZZO DEGLI ALBERI
[...] "- Vivi sugli alberi e hai la mentalità d'un notaio con la gotta.
- Le imprese più ardite vanno vissute con l'animo più semplice".
E' questa la filosofia di Cosimo, che sin dalla sua infanzia dimostra di avere una mentalità diversa dai ragazzini della sua età. E' il figlio del barone d'Ombrosa, città immaginaria che Calvino s'è inventato per ambientare questa storia dai tratti degni di un grande capolavoro. Un giorno, giocando col fratello Biagio, libera delle lumache che sarebbero dovute essere il suo pranzo, e finisce in punizione per ben tre giorni. Ed è così che per ribellarsi, Cosimo finisce per condurre una vita sugli alberi. Ovviamente all'inizio nessuno lo crede, e si fanno beffe di lui; questo fino a quando non capiscono che lui ha davvero intenzione di restare lassù per tutta la vita. La vita di Cosimo passa, assiste alle scene di vita familiare (anche se sempre dall'alto del suo albero) e inizia a fare visita agli Ondariva, suoi vicini di casa, accorgendosi subito della piccola Violante, della quale si infatua. I due entrano in contatto, ma quando i genitori di lei vengono a sapere dei loro incontri, la spediscono in collegio, privando Cosimo di ogni possibilità di rivederla. Calvino ha saputo proporci un romanzo di alto livello e mi ha condotto sino all'ultima pagina proprio mentre mi domandavo che fine avrebbe fatto la vicenda del protagonista. Ho adorato Violante sin dalla sua comparsa nei primi capitoli, e ho trovato questo voler vivere sugli alberi un modo per liberarsi ma al contempo stare prigioniero. Cosimo si ritrova ad essere vittima di questa promessa, di questa scelta che ha fatto: probabilmente la sua vita avrebbe preso una diversa piega se fosse stato, letteralmente, coi piedi per terra. L'autore ha assegnato al romanzo un contesto ironico che poi tanto ironico non è: esso è metafora di una libertà tanto ardentemente desiderata e tanto ardentemente riscossa. Ero scettica prima di leggerlo (nonostante Calvino abbia scritto tutte opere stupende), ma non mi sono pentita neppure un secondo dell'acquisto fatto. E' un libro a portata di mano, sia per prezzo sia per contenuto, adatto tranquillamente ad un pubblico di quattordici o quindici anni, ma al contempo adulto. Lo stile di Calvino è quello che conosciamo: termini che sono un po "classicheggianti" ma in un certo modo a noi contemporanei. Se avrete voglia di isolarvi un po' dal resto del mondo, magari non arrampicandovi sugli alberi e restandoci tutta la vita, vi auguro una buona lettura.
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Lo leggero', bel commento.
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