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ATTIMI DI SPLENDORE
Parto col dire che non ho un particolare apprezzamento per lo stile della Mazzantini, pur riconoscendone l'indiscutibile valore. L'uso insistito del linguaggio aulico risulta certe volte faticoso, soprattutto quando va a cozzare con immagini forti, molto dure, come avviene nel caso di questo libro. Pensavo di trovare una storia d'amore, e invece mi sono scontrata con il racconto di un dolore disperato. Un dolore senza sbocco, rasserenato appena da alcuni attimi di splendore, così rari ed episodici che ti scordi anche di averli intravisti. I due protagonisti si allontanano continuamente, chiusi nel loro personale senso di inadeguatezza, troppo soli e distanti per amarsi veramente. La figura di Costantino, così delicatamente delineata nella prima parte del romanzo, progressivamente si ingrigisce fino al finale che, sinceramente, non mi è apparso all'altezza delle potenzialità del libro. Un tema così delicato e profondo come l'amore tra persone dello stesso sesso viene risolto in modo amaro, scontatamente triste, addirttura banale.
Non posso dire che il libro non mi sia piaciuto, ma trovo che dalla penna della Mazzantini ci si potesse aspettare di più, non tanto a livello stilistico o di intreccio, ma da un punto di vista più generale. La speranza non traspare mai, come se non esistesse un punto di vista diverso. Peccato: avrebbe potuto essere un capolavoro, è un buon libro.
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