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La strada verso casa di Fabio Volo
Ho letto tutti i libri di Fabio Volo e questo, dopo “Il giorno in più”, è quello che ho preferito.
Questo è un Fabio Volo più cresciuto, più maturo, che ha deciso di iniziare a prendersi delle responsabilità: non solo verso sé stesso, ma anche verso gli altri. Forse l’imminente paternità, nel momento in cui stava scrivendo il libro o la malattia del padre, lo hanno aiutato a cambiare, ad evolversi, a crescere. Fabio Volo è un Gemelli (come me), è figlio degli anni ’70 (come me), per cui molte cose ci accomunano e sento di capirlo molto in profondità. E’ un figlio prediletto della cultura nazional popolare e ha la fortuna di avere un microfono per dire ciò che dice la gente semplice, la gente della strada sulle cose di tutti i giorni. E le scrive nello stesso identico modo in cui una persona “normale” le direbbe: senza fronzoli, né suppellettili. Mi viene da ridere quando leggo i commenti schifati di chi lo critica, dicendo che usa troppe parolacce, che è volgare, che è scontato, paragonandolo a scrittori e letterati eruditi. Chi legge Fabio Volo (soprattutto se ha già letto uno dei suoi libri) sa a cosa sta andando incontro: sa cosa sta per leggere e conosce già il suo modo di scrivere. Per cui non capisco perché molti si ostinino a comprare i suoi libri, sapendo già chi e come è l’autore che li ha scritti, non capisco perché loro non acquistino libri più “alti”. Fortunatamente anche Fabio Volo ha la consapevolezza di chi è e non si è mai spacciato per uno diverso da sé.
Detto ciò, questo è il primo dei suoi libri scritto in terza persona, per non volersi completamente immedesimare in Marco (il protagonista) che non ha mai saputo, né voluto prendersi delle responsabilità. Scrivendo in terza persona ha voluto porsi nel mezzo tra i due fratelli: quello troppo responsabile e l’irresponsabile. Ha voluto farci capire di aver intrapreso la strada della consapevolezza e di essersi messo in cammino sulla via della vita adulta (ora che è diventato padre e ha deciso di prendersi cura di almeno un’altra persona, oltre a sé).
Mi è venuto da sorridere, leggendo una frase che lui ha detto a Brescia - guardando sua madre - il giorno della presentazione del suo libro, perché secondo me rispecchia l’autore e mette un focus sul Fabio Volo che mi è sempre piaciuto: “ A casa mia, se avessi detto che volevo fare lo scrittore, mi avrebbero risposto: e di lavoro?”
Bravo Fabio: sempre simpatico e brillante!
Anche stavolta vorrei scrivere delle frasi del suo romanzo che mi sono piaciute:
“Avevano trovato l’uno nella vita dell’altra lo spazio per accogliersi, per questo erano stati da subito un incastro perfetto, senza aggiustamenti. Fissati nella reciproca volontà prima ancora di incontrarsi”;
“Era il letto dove aveva sognato mille vite, mille vie di fuga, il letto di ansie adolescenziali ed esistenziali, nel quale aveva cercato mille risposte”;
“Promettere è l’errore più facile da commettere quando si è felici”;
“Se era fortunato poteva vivere l’emozione meravigliosa che si prova quando leggi le parole perfette per quel momento della tua vita”;
“La vita che stava vivendo lo stava derubando di sé stesso”;
“Si erano abbracciati, l’incastro perfetto di due metà”;
“L’odore e il sapore di lei gli facevano perdere completamente la testa, da sempre”;
“Quella del padre era una generazione in grado di riparare ciò che si guastava”;
“Quante imperfezioni, quante sbavature e sviste. Era tutto più vero. Tutto più a misura d’uomo. L’imperfezione come forma di libertà”;
“Nella vita amava le partenze, mentre l’arrivo perdeva d’interesse durante il percorso”;
“… a volte si può entrare in una stanza senza portarsi dietro tutta la propria vita. Ci sono momenti e situazioni in cui si può lasciarla fuori”
“…pensò che il padre non era solo un uomo con la sua identità, la sua vita e la sua esperienza personale, ma era tutti gli uomini. Conteneva tutti gli uomini e tutte le donne. L’umanità intera.”;
“…si accorse di aver esagerato e sentì il calore che accompagna un ripensamento, il calore di chi si accorge di aver detto le parole sbagliate”;
“Non tutte le cose della vita contengono un futuro, a volte durano il tempo in cui accadono”;
“Ora non poteva più evitare la persona che stava evitando da sempre. Se Stesso. Nudo. Indifeso”;
“La sofferenza era stata un grande regalo, perché fu la chiave d’accesso verso sé stesso”;
“In fondo scegliere significa esserci…Altrimenti tutto è uguale e nulla ha valore”;
“ Si impediva di essere nel presente, lì nel momento in cui le cose accadono. Era sempre altrove, proiettato verso quello che doveva ancora accadere e che forse non sarebbe accaduto mai”;
“Ho la sensazione che tu sia una persona che cerca continuamente ma che non vuoi trovare, cerchi sempre dove sai che non trovi perché non vuoi possedere, vuoi solo desiderare di possedere. Questo è il motore della tua esistenza, la continua ricerca senza fine”
Lo consiglio a tutti quelli che amano Fabio Volo o i libri leggeri e sentimentali e che non si scandalizzano per qualche volgarità di troppo.
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devo dire che scandaglia i luoghi più profondi dell'incomprensibilità (oltre a possedere una forma sintattica quanto meno dubbia)
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Pare vada di moda odiare Fabio Volo, che secondo me è un po' parac*** come personaggio, ma lo è sempre stato. Io personalmente ho letto quasi tutti i suoi libri, ma dopo aver letto il penultimo romanzo ho pensato che fosse diventato un po' trito... Sorrido anche io quando sento le persone criticarlo, considerato il fatto che son le prime a leggerlo ;) Saluti!