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Un romanzo "tutto al maschile"
Questo romanzo di Scurati è stato una piacevolissima scoperta. E' un libro leggero e profondo allo stesso tempo, ironico e talvolta triste, amaro ma allo stesso tempo molto dolce. Con uno stile a mio parere bellissimo (soltanto in qualche punto lievemente artificioso), con un'ironia che a volte ti strappa un sorriso e a volte ti lascia l'amaro in bocca, Scurati racconta una storia "tutta al maschile". Partendo dal momento in cui Giulia, la moglie del protagonista (alter-ego dell'autore? forse solo per alcuni aspetti), gli annuncia di volerlo lasciare (con una frase lapidaria: "Forse non mi piacciono più gli uomini"), Scurati ripercorre, narrandola in prima persona, la storia personale di quest'uomo, cominciando dal momento della laurea e quindi dell'ingresso nell'età adulta, fino alla sua relazione con Giulia e alla paternità. Il romanzo è molto intimo, intenso, scandaglia l'animo del protagonista, ed esplora territori vastissimi: racconta l'amore e la fine dell'amore, racconta il sesso, racconta -con una delicatezza ed un'intensità forse rari per un uomo- la paternità e il legame indissolubile fra un padre e sua figlia. Ma racconta anche la crisi della generazione dei quarantenni di oggi, e la deriva della società dei nostri tempi, attraverso episodi e aneddoti che riescono a divertire e a far riflettere nello stesso tempo. Non c'è esattamente un happy ending in questo romanzo, l'amore non trionfa, i sentimenti sono imperfetti e non assoluti. Ma le due pagine finali ti strappano un sorriso e scaldano il cuore. Da leggere.