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Come Dio comanda
 
Come Dio comanda 2014-01-15 23:00:57 mariaangela
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mariaangela Opinione inserita da mariaangela    16 Gennaio, 2014
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Una grande storia d’amore: un figlio e un padre.

Sono sorpresa, commossa, perplessa… il cuore colmo di triste gioia per i sentimenti di infinito, incommensurabile amore, ma anche stima, fiducia, paura, rispetto, che questo ragazzino di tredici anni, Cristiano Zena, nutre nei confronti di suo padre Rino Zena.
Un trasporto talmente incondizionato che Cristiano smetterà gli abiti in verità mai indossati, di adolescente bisognoso di cure e protezione, e diventerà egli stesso genitore protettivo, sfidando le sue stesse forze, fisiche e psicologiche, spinto da quel legame che è il nostro stesso sangue, che siamo noi stessi....che è questo padre, che non è solo l’unica persona al mondo che gli resta, è la sua stessa vita e il suo stesso mondo. E’ il suo riflesso e la sua immagine.
Ma tutto sommato, anche Rino che inizialmente mi fa soffrire, per come tratta questo figlio, per quanto pretende da lui, per quanto lo spinge a mettersi alla prova, per quanto lo obbliga a sfidare e pretendere sempre più da se stesso, in fondo lo stringe sempre in un abbraccio, da lontano, affinchè il figlio impari a saper vivere e difendersi da sé e dagli altri in questo difficile mondo.

Intorno un clima cupo e schizofrenico, tenebroso e piovoso, una bufera non solo atmosferica si abbatte su questi e altri personaggi, ognuno con la sua storia e i propri orrori. Una pioggia che invece che lavare e portare via le malvagità, scarica buio, fulmini e freddo su queste anime già così tormentate. E quando le nuvole torneranno ad aprirsi e il cielo a riaffiorare, nulla sarà più come prima, tutto andrà sanato e risolto.
Il non più piccolo Cristiano, -ma lo è mai stato?- spinge tra il fango una carriola, tra lacrime non versate e sudore.

“Io non ho paura di morire. Solo chi ha paura muore facendo stronzate come camminare su un ponte. Se a te di morire non te ne frega niente puoi stare tranquillo che non cadi. La morte se la piglia con i paurosi. E poi io non posso morire. Almeno fino a quando non lo deciderà il Signore. Non ti preoccupare, il Signore non vuole che ti lascio solo.
Io e te siamo una cosa sola. Io ho te e tu hai me.
Non c’è nessun altro. E quindi Dio non ci dividerà mai.”

“Io non ti ho abbandonato. Ti sto solo aspettando.
Ti voglio bene.”

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Ammaniti
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Commenti

10 risultati - visualizzati 1 - 10
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Dai che bello quando si sente cosi' fortemente un libro :-)
SARY
16 Gennaio, 2014
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Bravissima! Un romanzo crudo e ingiusto, anche a me è piaciuto molto.
In risposta ad un precedente commento
gracy
16 Gennaio, 2014
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Mi associo alle altre...che trasporto :))
Bella recensione Mariangela! :)
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mariaangela
17 Gennaio, 2014
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ciao C.U.B. si, Ammaniti mi fa questo effetto. Leggerlo non mi fa propriamente piacere, ma mi strappa il cuore.
Mariangela
In risposta ad un precedente commento
mariaangela
17 Gennaio, 2014
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ciao Sary grazie, crudo e ingiusto è una definizione che sposo pienamente :)
Mariangela
In risposta ad un precedente commento
mariaangela
17 Gennaio, 2014
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Gracy è un trasporto contro la mia volontà, come dicevo a C.U.B. Ammaniti esercita su di me una violenza durante la lettura, mi dico sempre non lo leggerò mai più....
un caro saluto Mariangela
In risposta ad un precedente commento
mariaangela
17 Gennaio, 2014
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Ciao Robbie grazie. Con questo chiudo con Ammaniti!!!! .... L'ho detto anche con "Fango" e "Ti prendo e ti porto via".... non mi fa benissimo leggerlo...forse mi coinvolge troppo e non me ne rendo conto....
Un abbraccio Mariangela :))))
Un grande libro, forse il miglior Ammaniti...il tuo commento è bellissimo e molto sentito, mi ha fatto rivivere le stesse emozioni del romanzo che, come dici giustamente tu, strappa il cuore...
In risposta ad un precedente commento
mariaangela
17 Gennaio, 2014
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ciao Enrico, anche questo tuo commento è molto bello e sentito...si capisce che ti ha dato grandi emozioni.
Grazie
Mariangela
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