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Quattro etti d'amore, grazie di Chiara Gamberale
Secondo libro che leggo dell'autrice e neppure questo mi ha entusiasmata. Ora mi riservo di leggere "Le luci nelle case degli altri", che sembra essere il meglio della sua produzione. Offre degli spunti di rilfessione, ma non mi convince il modo in cui l'autrice lo sviluppa.
Questo libro è la storia di chi non è mai pienamente soddisfatto della propria vita e sogna ciò che possiede l'altro da sè. E' una storia che, mettendo in luce le insoddisfazioni personali di due donne completamente diverse fra loro, vuole puntare il riflettore sulle nostre insoddisfazioni.
La prima, Erica, è una mamma con una vita tranquilla ma piatta e sente troppo forte il peso della propria famiglia e delle responsabilità che comporta.
L'altra, Tea, sembrerebbe la donna ideale, a cui tutte vorrebbero assomigliare: bella, di successo e sfuggente, con un amico gay a cui poter confidare tutto ed un marito molto intelligente. Per lei, però, la vera felicità sarebbe una vita tranquilla e "normale". Le due si incontrano regolarmente in un supermercato e, spiando la spesa dell'altra, cercano di immedesimarsi nella sua vita, perchè ritengono l'altra il proprio idolo. Finchè, alla fine, entrambe si rendono conto che forse nessuna vita è perfetta e che ogni medaglia ha anche un rovescio. A mio avviso, a entrambe mancano quei quattro etti di vero amore, che le aiuterebbe ad accettare ed apprezzare maggiormente la propria esistenza e a sentirsi bene nella propria quotidianità.
La cosa più simpatica del romanzo è l'idea della lista della spesa all'inizio di ogni capitolo, che sembra quasi delineare gli umori e le esperienze delle due donne.
Alla fine del mio commento, vorrei rimarcare alcune frasi che mi sono piaciute:
" Il sesso fra noi è diventato importante solo quando abbiamo smesso di farlo. C'è sempre stato altro, in gioco. Qualcosa di troppo definitivo perchè i corpi potessero avere un qualche ruolo fra noi";
"C'è sempre un qui, per i bambini Amati";
"...non cedere mai alle lusinghe di una qualsiasi forma di passione (che a ben vedere è il primo dei rischi da evitare se si vuole possedere il mondo e non farsi possedere...);
"...io sognavo Riccardo. Un uomo capace di capirmi nel profondo. Ora però preferirei mi capisse di meno e mi amasse un pò di più...";
" Riccardo era la prima persona...che mi ossessionava più di quanto mi ossessionassi da sola...";
"La vita che faccio non mi sembra la mia. Anzi no: mi sembra la mia.... Ma senza di me";
" Tutti credono di essere diversi, un istante prima di diventare identici agli altri";
" Non so come dire. Forse la verità è che io non sono più solo Erica, da quel ventisette aprile del duemilaedue, ecco. Sono Erica e Viola. E dal ventidue novembre del duemilaenove sono Erica e Viola e Gu. Le cose che penso le pensoso con tre teste. Le cose che sento le sento con tre cuori. Però sottovuoto sono da sola. Solissima sono, sottovuoto";
"... la vita e il tempo usurano tutto, soprattutto l'amore...";
" ...sono qui per un attimo e hanno un urgenza assurda di per sempre";
" E' per tutte le maledette esistenze che potrebbero farci felici, se non fossimo sempre alle prese con la nostra".