Dettagli Recensione
Poveri noi (e ricco lui...)
Dopo aver letto un'intervista di Giordano su un noto quotidiano italiano, nella quale il giovane scrittore diceva di odiare libri per bambini come "Il piccolo principe" o "Pinocchio", ho deciso di accaparrarmi una copia del suo libro. Pensavo ci fosse un motivo per il successo che stava riscuotendo, ed anche per le osservazioni secche e decise che faceva su certi libri durante l'intervista (li avrà letti?). Vuoi vedere che questo sa il fatto suo? Dopo la lettura del suo capolavoro, volevo quasi scolarmi una bottiglia di whisky per dimenticare. Il titolo, l'unica cosa degna di nota, è stato scelto dall'editor! Mania di protagonismo dell'editor, tanto per far intendere chi comanda. Può essere una questione di gusti, meglio non infierire. In Italia (vivo a Londra), i lettori ci sono, non sono molti, forse meriterebbero migliori proposte. Di sicuro la facilità con cui si legge questo libro ne ha agevolato la diffusione. Mi è parso però un'alternativa ai lettori di Moccia, e nemmeno molto superiore a livello di linguaggio e profondità. In Inghilterra, quando uno scrittore vale, ci sono risposte più entusiastiche da parte dei lettori, che non mi è parso di vedere qui o sui giornali. Mi pare una buona operazione commerciale andata a buon fine. Ai posteri, comunque, l'ardua sentenza. Il problema non è Giordano, ma della la narrativa italiana degli ultimi anni. La colpa sarà degli editori, dei troppi scrittori, o di noi lettori che siamo troppo critici con i nostri connazionali?