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Amor, ch'a nullo amato amar perdona
La più bella frase mai scritta sull'amore a sinossi di un romanzo prezioso e impalpabile come il tessuto che costituisce il suo titolo.
Hervè Joncour è amato. Amato con modestia, dedizione e altruismo da una donna delicata e fedele sempre accanto nella vita, Helene, una compagna e un'amica nella lotta per l'esistenza, partecipe con lui e più di lui alle vicende quotidiane che, il nostro protagonista attraversa come una comparsa, come un passeggero senza prendevi parte a pieno. Sono gli altri che ne dirigono il destino che lo convincono e lo coinvolgono, a lui il merito di non tirarsi indietro.
Seta è una fiaba dall'anima moderna ambientata nell'Ottocento, dai contorni sfumati, dai tratti sinuosi, dai modi affabili. Come ogni novella, le vicende in alcuni punti si ripetono uguali a se stesse, quasi fossero scritte con il copia-incolla. Parole per enfatizzare l'andirivieni del viaggio di andata e ritorno dal Giappone, parafrasando la corsa verso l'ignoto paese del Sol Levante e il rientro in terra nota con il successo tra le mani. Storia di personaggi immaginari, tagliati grossolanamente, volutamente forzati, immersi nel presente, senza passato o senza futuro a deviare l'attenzione dallo stato d'animo da rappresentare, in netto contrasto con l'attore principale tratteggiato come un prode, che riesce là dove gli altri falliscono, con doti, a tratti strane e incomprensibili, ma poderose. Valorso che incespica, che trova la sua kriptonite, ma che si riprende, cresce e si rafforza imparando dai propri errori.
Una storia del bene, che fa bene, da leggere per il semplice gusto della lettura.