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La nebbiosa
 
La nebbiosa 2013-12-18 09:46:23 luvina
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
luvina Opinione inserita da luvina    18 Dicembre, 2013
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"La nebbiosa"

Questo non è un romanzo. E’ una sceneggiatura resa in forma di romanzo dopo che il manoscritto è stato ritrovato in una borsa di pelle marrone appartenente all’archivio dell’autore. Fu scritta nel 1959 (era appena uscito “Una vita violenta”) da Pier Paolo Pasolini, in venti giorni, chiuso in un albergo di Milano; gli era stata commissionata da un industriale improvvisatosi produttore di cui non resta traccia negli annali del cinema e che pagò allo scrittore solo la metà del pattuito. Pasolini comunque ne fece un piccolo capolavoro; innanzi tutto fu scritta in presa diretta, con brani in dialetto milanese e slang, con l’aiuto di Giuseppe Pucci Fallica, esponente della gioventù milanese dell’epoca che lo introdusse nell’ambiente come fece Sergio Citti a Roma per “Ragazzi di vita” e “Una vita violenta”.
In questo libro si narra infatti la storia di un gruppo di giovani teddy boys il Rospo, il Gimkana, il Teppa, Toni detto Elvis, Mosè e Cino il fratellino undicenne del Rospo; la storia si svolge tutta in una notte (una notte brava) quella di Capodanno a Milano che è in realtà la vera protagonista del romanzo e Pasolini la esalta con scene scure, visionarie, di grattacieli (il Galfa il Pirelli), di bar luccicanti di metallo e specchi, di nuovi quartieri in costruzione come Metanopoli, di vialoni e strade della periferia avvolte nella nebbia, dell’ovale di San Siro all’ombra del quale la storia si concluderà tragicamente.
Durante questa lunga notte il gruppo di teddy boys si lancia in varie avventure, tutte ai limiti della legge e soprattutto contro il falso perbenismo della società di allora. I discorsi del gruppo sono tutti permeati di moralismo e a volte di razzismo, sono discorsi “contro” gli omosessuali, i commendatori che vanno con le minorenni, le signore della borghesia che hanno l’amante. L’autore però sottolinea , da quel fine conoscitore della società contemporanea che era, come i teddy boys fossero i figli di quella borghesia, degli avvocati, dei professori, dei notai che si portano ancora dietro remore fasciste all’alba del boom economico; sempre l’autore cita nei dialoghi del capitolo dell’orgia due fatti di cronaca che fecero molto scalpore e che denotano molto bene il pensiero dell’epoca.
Ecco allora che rapinano falsi gioielli in una chiesa, cercano di venderli al padrone di un trani, rubano auto, devastano una villa patrizia e un night club, rapiscono e coinvolgono in un’orgia tre signore bene, puniscono un commendatore e un omosessuale tutto al ritmo delle canzonette rock degli “urlatori” e del rombo delle loro moto che li precede come un tuono sinistro. Nel libro Pasolini ci dona due camei: uno è Laura Betti che canta nel night club una canzone di Moravia e una di Soldati e la figura di Pupetta, prototipo della ragazza nichilista yè yè di quei tempi (ricordate la Spaak ne “La voglia matta”?).
Mi è piaciuto questo libro? Tutto sommato sì, ci ho ritrovato il Pasolini dei suoi primi romanzi, i brani disturbanti che ti costringono a guardare il brutto delle cose senza veli ma anche la poesia nello scrivere e nel rendere la realtà in modo ineguagliabile; non sono riuscita però a farmi piacere ed entrare in empatia coi protagonisti (del resto nemmeno con gli altri dei suoi romanzi romani) anzi li ho trovati un po’ sgradevoli. Per finire, il bel titolo “La nebbiosa” è certamente riferito a Milano ma anche a tutta la storia grigia e violenta di teppa e teddy boys di quel lontano 1959.

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"Ragazzi di vita" "Una vita violenta"
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