Dettagli Recensione
la solitudine del cecchino
Chi di voi ha visto “Il nemico alle porte” non può che aver trovato più di una assonanza con il libro di Nicolai Linin “Caduta libera” [Einaudi 2010]… non per la trama, completamente differente, ma per il personaggio dal quale traspare la stessa cruda visione della guerra! Quella che si ha attraverso il mirino da cecchino.
Kolima, il nomignolo con il quale l’autore si lascia chiamare anche in questo libro, si ritrova catapultato nella guerra in Cecenia… sembra viverla in maniera asettica, non c’è un obiettivo preciso, non c’è eroismo per la Patria, non c’è un onore nazionale da salvare o una vittoria da portare avanti con la vita o la morte, ci si trova solo la voglia che il tutto finisca nel minor tempo possibile cercando di portare a casa la dannata pellaccia.
Arruolato a forza nei sabotatori viene scelto per diventare, grazie alla sua preparazione nelle steppe russe, un infallibile cecchino. Un cecchino vive la guerra come una partita testa a testa con gli altri pari nemici, con loro condivide la solitudine e la ricerca della perfezione totale, nell’arma, nel luogo da scegliere, nel silenzio interiore ed esteriore… alla fine il tutto diventa una partita di scacchi con la morte senza esclusione di colpi.
Il romanzo si snoda in un vortice di carne e sangue, fango e merda… ne senti il puzzo prima di addormentarti e il sapore acre non ti lascia fino alla fine del libro, che poi è la fine dell’incubo di Kolima. Vieni trascinato nella nebbia degli scontri e, dietro ogni porta che si sfonda, senti il cuore pulsare per la paura di un ombra che vi si muove dietro.
A mio avviso il libro si pone diverse spanne sopra Educazione Siberiana sia per la sua linearità che per il coinvolgimento emotivo che ti lascia attaccato ad ogni pagina.
Consigliato anche a chi non ha letto Educazione Siberiana.
Alessandro Conti