Dettagli Recensione
Finale da lacrime
Non avevo mai letto un libro di Baricco e sinceramente quando la mia professoressa ci ha dato questo libro da leggere pensavo che fosse un piccolo libro da niente, una cavolata...
Poi ho cominciato a leggerlo e già dalle prime pagine ho capito che si trattava di una storia che esprimeva sentimenti tanto grandi e veri, che Novecento provava ogni volta che suonava quel pianofoRTe che in un certo senso lo possedeva, lo tratteneva, facendolo viaggiare con la mente, facendogli rivedere luoghi che malgrado non avesse mai visto perchè non era mai sceso dalla nave su cui era, lui già conosceva, e se li rimmaginava.
Anche durante la "gara" tra lui e Jolly Roll Morton, l' inventore del jazz, nella quale i 2 si dovevano sfidare a chi suonava meglio il piano, Novecento dimostra di essere indifferente al fatto di vincere, non vuole la fama lui, vuole, nella sua vita su quella nave, suonare per quelle persone che salgono e scendono continuamente da quella nave, che rimangono incantati alla sua prima nota; non vuole avere fama, essere acclamato dalla gente per la sua bravura, lui suona per piacere, passione.
Ovviamente nell' ultima parte quando durante la 2a guerra mondiale, la barca su cui aveva vissuto per 32 anni deve essere bombardata per l' eccessivo carico di persone, lui non scende, perchè quello era il luogo che aveva racchiuso tutti i suoi sogni, le sue paure, il suono delle sue note per tutta la vita e quello non sarebbe stato il momento per lasciare quel bellissimo e caro posto.
Nonostante il bellissimo racconto, per me non è stato il libro pù bello che abbia mai letto, perchè comunque ho faticato a capire il finale e poi non mi è piaciuto che il libro fosse scritto in forma di monologo.
L' unica cosa per il quale mi è piaciuto è stato il racconto breve (63 pagine) perchè odio le storie lunghe. 63 pagine che racchiudono una bellissIma e anche triste storia. :')