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Per Isabel. Un mandala
 
Per Isabel. Un mandala 2013-11-20 11:33:25 veronic
Voto medio 
 
2.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
3.0
veronic Opinione inserita da veronic    20 Novembre, 2013
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la poesia non è in contrasto con i liquori.Cit

Un nome di donna, Isabel, ed un termine tibetano, mandala,
questi sono i primi indizi dell’ultimo libro inedito postumo di Antonio Tabucchi.
Il mandala rappresenta, secondo i buddhisti, la formazione del cosmo a partire dal suo centro ed i giri che lo circondano simboleggiano il viaggio di ricerca umano.
Per il nostro narratore il centro, l’origine del suo cosmo, corrisponde alla figura di questa misteriosa Isabel.

Siamo in Portogallo e stiamo accompagnando il nostro narratore attraverso i nove circoli del suo mandala, che corrispondono a nove incontri principali che delimitano nove fasi importanti per portare aventi la sua indagine su Isabel e su se stesso.
Di lui non sappiamo molto. Ci trascina per diversi ambienti, ad ascoltare musica jaz o Beethoven, a degustare: porto, assenzio, Vodka, cachaça, liquore al mandarino e a fumare tabacco e oppio.
Lo seguiamo fedelmente e, in parallelo alle sue avventure, si infittisce ancor più la storia del nostro oggetto di ricerca, Isabel. E’ una vita intensa, da bambina stravagante, da universitaria attivista, da rifugiata politica, da amante, da suicida, da viva ma scomparsa. Una giovane affascinante donna, la quale, ha ottenuto l’amicizia e la complicità di tutti i nostri interlocutori, lasciandogli un po’ di vita e di storia da raccontare al nostro narratore, audacemente attento a ricostruirne il puzzle.
Ma la figura di lei, il suo nome, Isabel, così ridondante, sembra voler distogliere l’attenzione dell’altro misterioso personaggio, colui che è alla sua ricerca.

Si presenta come Waclaw, Tadeus per gli amici, proveniente da Sirio nel paese di cane Maggiore, e dichiara tra i suoi più grandi peccati l’aver scritto dei libri con arroganza sulla realtà. E confessa al prete così il suo stato d’essere: Sono diventato pura luce … mi consideri un pulsare.
Queste presentazioni insolite stimolano la curiosità di noi lettori, forse ancor più dei suoi distratti interlocutori, che quasi sempre non approfondiscono oltre. Per noi lettori, al centro del mandala ai nostri occhi ci sono entrambi, Tadeus quanto Isabel. Il nostro primo cerchio è presto chiuso, scoprendo che Sirio, da dove dichiara di venire, è nella nostra realtà, una stella bianca della costellazione del Cane Maggiore, la stella più brillante del cielo notturno, ciò spiegherebbe il singolare misticismo, ne animista ne cristiano, e perché non compare nella foto che gli scatta il fotografo Tiago.
Questo nostro primo cerchio d’indagine ci indica le connessioni spirituale e confusionaria che intercorrono tra Tadeus e Isabel al centro del mandala: l’ora e l’allora si sono annullati.
Mentre, in quanto alla connessione con Isabel più carnale, sappiamo che Tadeus tradusse una poesia in polacco, la lingua d’origine del secondo uomo del triangolo amoroso della vita di Isabel. Che fosse lui il Polacco?
Tante informazioni prima di giunger al centro del mandala, dove solo lì, Tadeus e Isabel troveranno l’origine e la fine del loro viaggio.

Indubbiamente una lettura leggera, a tratti curiosa, ricca di ambienti familiari, ma reduce probabilmente delle troppe aspettative per la grande firma in copertina, l’ho trovato un po’ carente di dinamismo e di patos, tutto aleggia, forse anche troppo.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Erri De Luca "Storia di Irene"
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