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Lettera a un bambino che non ho potuto avere...
Questo libro racconta l'esperienza di una donna che sta per diventare madre...
I suoi dubbi, il suo sentirsi inadeguata a svolgere questa funzione che per secoli è stata l'obiettivo principale delle donne: sposarsi e diventare madri...
La maternità è una scelta importante, la scelta che condiziona la vita, ma secondo me...la rende migliore..ma questa è una mia opinione, una scelta personale...opinabile, discutibile..quanto si vuole, perchè io per diventare madre ho lottato duramente per 11 anni.
Non ammetto l'aborto (rispetto questa scelta ma non la condivido) perchè io son stata devastata dagli aborti spontanei...e mia figlia, quella che è riuscita a sopravvivere ai mei disastri ormonali è nata nel 1988.
Nel 1986 ho avuto un bambino che è nato al sesto mese e che è morto quasi subito, dopo aver esalato il suo primo e ultimo respiro...
Da parte mia non ho mai avuto dubbi esistenziali: l'ho amato fin da quando l'ho sentito palpitare nel mio grembo e la mia storia, una storia di devastazione, di dolore, di profonda delusione perchè il figlio, il mio figlio adorato non è potuto sopravvivere...
Dare la vita e perchè? Per far soffrire? Per gettare nel tempo una creatura innocente?
E' egoismo questo? E' incoscienza, è inadeguatezza della personalità?
Non so bene...io i miei figli, anche quelli perduti li ho amati profondamente e non mi son chiesta molti perchè, ho sorvolato sui perchè sulle recondite ragioni, sui miei complessi di donna non del tutto soddisfatta dalle attenzioni (a volte subite del marito) i figli, in fondo erano solamente miei, affogati dal mio selvaggio amore uterino, come una continuazione vitale della mia personalità...un salto nel futuro, un accenno di evocata immortalità.
Vedersi, riconoscersi, specchiarsi in mia figlia...anche se non finirò mai di preoccuparmi per lei anche quando la sento emettere un lieve colpo di tosse...se potessi mi prenderei tutti i suoi malanni, e mi caricherei di tutti suoi problemi...
Al mio bambino nato troppo "presto" scrivo così, certa che attraverso canali misteriosi potrà comprendermi: " Mio caro angelo, tu sai...che nel breve cammino che abbiamo trascorso insieme...
ti ho amato...tu sai quante volte, sentendoti muovere ti ho parlato....rivelandoti il mio amore...un amore che dura tuttora...al di là del tempo, dello spazio e della tua dipartita che ci ha momentaneamente separati...Desideravo tanto conoscerti, accarezzarti e avvolgerti nel mio abbraccio protettivo...
Adesso invece devo accontentarmi di venirti a trovare in uno squallido cimitero e mi si spezza il cuore
di non essere riuscita a metterti al sicuro prima che la morte ti portasse via...
Caro bambino mio, io ti amo e ti amerò sempre...al di là del tempo e dello spazio e spero che un giorno, potrò comunque rivederti...Ma sappi che comunque, se tu ci fossi stato ti avrei accolto con gioia, e non ti avrei mai gettato in un cassonetto, nè mi avrebbe mai sfiorato il dubbio del perchè della tua nascita.
Ciao, Giovannino.
Con affetto, con amore immenso.
La tua mamma."
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Commenti
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Anche quando scrivo della morte...è per cantare un appassionato inno alla vita...
Grazie per la tua generosa condivisione..
Al contrario, dire addio al proprio bambino, che sia un feto, che sia già nato credo sia devastante. Leggere questa dolorosa parte della tua vita è veramente toccante e, come madre, lo capisco in pieno.
ti abbraccio forte!
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La tua testimonianza è coinvolgente, uno splendido inno alla vita e alla maternità :-)