Dettagli Recensione
Intrecci di amori e di tipi bizzarri
-"Com'è che non mostrate la faccia al vostro re?"
-"Perché io non esisto sire"
- "E com'é che fate a prestar servizio, se non ci siete?"
- "Con la forza di volontà"
Pensate di essere in un campo di battaglia insieme a Carlo Magno e come se non bastasse, provate a immaginare di avere come compagno di battaglia uno che c'è solo grazie alla sua forza di volontà, pensate alla tenacia che deve avere questo paladino di Francia che c'è pur non essendoci! E pensate a quando deve essere così rompi scatole questo Cavaliere. Il campo di battaglia è pieno di personaggi bizzarri, Agilulfo a parte, troviamo anche Gurdulù il suo scudiero, il quale "c'è ma non sa d'esserci", poi c'è Bradamante, Cavaliere ineccepibile ma donna...unica donna dell'accampamento poi abbiamo il giovane Rambaldo e Torrismondo. Tutto va bene, fin quando la pignoleria di Agilulfo non fa incrinare gli equilibri e per difendere la sua carica di Paladino non si ritrova a dover lasciare l'accampamento e con lui, per varie vicissitudini amorose e non, lasciano l'accampamento anche Bradamante, Rambaldo, Torrismondo e Gurdulù. Così la storia continua tra momenti davvero esilaranti, demistificazione di "mostri sacri" come l'ordine dei cavalieri del santo gral e un Carlo Magno più simile a quello cantanto da De Andrè che a quello dei libri di storia. Nonostante il romanzo sia ambientato nel medioevo, non è difficile trasportare certe situazioni al presente e così farlo diventare un libro attualissimo, Dalla figuara del religioso, al politico fini ad arrivare a quella dell'uomo e alla donna.
Calvino ci fa conoscere anche l'amanuense che narra la storia, una suora la quale ci fa conoscere tutti i suoi dubbi e tutta la fatica che mette nello scrivere, il tutto alternato da una classica narrazione in terza persona. Calvino e pochissimi altri, nella letteratura italiana, riescono ad usare così magistralmente il narratore e la prima persona. Si entra e si esce dalla storia continuamente, c'è un continuo cambio di narratore ma nonostante ciò, e in questo sta la bravura di Calvino, il lettore non si perde neanche una volta, la lettura continua ad essere molto scorrevole. Nonostante ciò della trilogia è il libro che mi è piaciuto meno, quindi vi consiglio di leggerlo ma consiglio di leggere prima gli altri due, o almeno di leggere anche quelli