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La malinconia di una vita
Immagina che tua moglie un giorno va via, così, va via di casa salutandoti con un biglietto. Un biglietto corto, poche righe, vago.
Tu, padre di tre figli, che dividi il matrimonio con tua moglie e con il tuo strumento, un uomo tranquillo ed equilibrato. Finché dopo questo abbandono ti scopri in grado di provare rabbia, molta rabbia, nei confronti della tua donna a cui hai dato tanto.
La tua Sara Arno... le hai dato davvero tutto quello che credi?
Chi è quella donna che ha dormito con te per anni, ma di cui non sai quasi nulla?
E' un libro breve e tranquillo, si legge gradevolmente, le pagine volano via senza fatica.
Lo stile è semplice ma con belle parole, adatto a tutti, anche se personalmente l'ho trovato troppo 'pacato' per la storia che la Bignardi ha voluto raccontare.
Tutto in questo libro mi è sembrato troppo 'pacato'.
Sarà che non sono abituata ai romanzi di genere, non so bene cosa cercare, ma la storia travagliata di Arno e Sara mi ha coinvolta fino ad un certo punto. Ho compreso lo spaesamento del protagonista e condiviso la sua rabbia, ma non la sua sofferenza.
A mio parere il filo conduttore che lega gli eventi non è ben approfondito: la musica, lo strumento di Arno, è un nodo fondamentale, ma io tutta questa passione non l'ho percepita.
Invece si passa direttamente all'abbandono del nido familiare, e tutta la vicenda s'incentra sulla ricerca di segreti nascosti, di anni sepolti, di parole non dette. Una narrativa sicuramente intrigante e con le sue motivazioni, ma io avrei preferito capire meglio il perché di tutto questo invece che assistere al solo percorso interiore che si prolunga per tutto il libro. Non sono riuscita a sviluppare un legame intimo con il protagonista, lui e gli altri personaggi mi sono sembrati lontani, le loro voci mi sono arrivate ovattate e un po' fredde, nonostante il linguaggio che ispirava tenerezza, o dolcezza, o calore.
Io mi domando: le donne possono mettersi nei panni di uomini quando scrivono? Scommetto che la maggior parte crede di sì, ovviamente bisogna essere delle brave autrici.
Per me invece resterà sempre un no categorico: il protagonista maschile ha dei tratti irreali che lo rendono inverosimile. E' un uomo, senza alcun dubbio, ma un uomo come lui non esiste.
Che cosa dire? E' un libro scorrevole e che si legge in breve, la struttura è ben costruita così che ogni pezzo del puzzle si incastra perfettamente. Il finale è aperto, al lettore l'immaginazione.
Per quanto mi riguarda l'ho trovata una lettura 'delicata', ho letto il libro volentieri riprendendolo con piacere ogni volta, ma non è una storia che mi rimarrà impressa.
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