Dettagli Recensione
Una tragicommedia (purtroppo) estremamente reale
Quattro personaggi particolari, incredibili, folli.
Due storie surreali, grottesche, che dipingono un paese in grave difficoltà.
Un solo autore, Maurizio Asquini, che è riuscito a colpirmi nel profondo.
Cervelli bruciati è un romanzo diviso in due parti: la prima dedicata alla singolare amicizia tra Nadir, un giovane tossicodipendente, aspirante punkabbestia, segnato da un destino tragicomico e Ettore Borgini, un vecchio ottantenne che pensa di vivere ancora nell'Italia fascista; la seconda che racconta di Angelo Bombelli, universitario cresciuto sotto l'eccessivo controllo materno, che, rimasto orfano, cercherà di sopravvivere come può, compiendo anche una rapina in banca con Zorro, un chitarrista italo-svizzero cieco. (Nonostante la divisione in due parti, le storie risultano legate dato che ci sono dei momenti d'incontro).
Il primo aggettivo che mi è venuto in mentre conclusa la lettura è stato "surreale". L'ironia è presente dalla prima all'ultima pagina tanto che ad una prima lettura potrebbe risultare quasi eccessiva. La stessa riflessione si può fare per il linguaggio utilizzato, diretto, forte e anche volgare. In realtà penso che l'autore abbia voluto consapevolmente esagerare in tutto, cercando di usare anche un gergo "giovanile" che possa ben caratterizzare i personaggi ma in particolare una Italia in piena decadenza. L'autore del romanzo descrive un paese che non è solo un semplice sfondo a delle incredibili vicende ma che è quasi un quinto protagonista tanto risulta grottesca la società italiana dipinta. Penso che Maurizio Asquini si sia interessato molto alle condizioni di vita dei giovani di oggi per comporre questo romanzo e ripensandoci, più che surreale, Cervelli bruciati è reale, di una realtà addirittura sconvolgente. Per il linguaggio e alcuni passi piuttosto forti, lo consiglio prevalentemente ad un pubblico adulto, ma anche i giovani possono leggerlo senza difficoltà.
Allora, che dire se non "buona lettura"? :)