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Onorevole Mangiamerda
La prima cosa che salta agli occhi iniziando la lettura di questo romanzo è lo stile, asciutto e ricercato, venato di un'ironia tagliente che fa da contrappunto ad una notevole capacità descrittiva.
Incontriamo il protagonista bambino, non conosciamo il suo nome ma solo il nomignolo che per qualche ragione gli è stato affibbiato: “il Mangiamerda”.
E' passivo, ottuso, impertubabile, ma considerarlo innocuo sarebbe un errore fatale, vista la sua naturale inclinazione al male.
Rispetto agli altri ha il considerevole vantaggio di non provare sentimenti, al massimo vibrazioni che ogni tanto sembrano risuonare cupe nella sua scatola cranica.
E' uno psicopatico.
Lo ritroviamo quasi adulto, studente ripetente, stupratore di prostitute e fruitore compulsivo di siti porno, mentre coglie al volo l'occasione della sua vita con la stessa indolenza di un rospo che acchiappa un insetto: “...impostando sul motore di ricerca una serie di parole chiave a sfondo marcatamente osceno, ci si imbattè per caso”. E' l'inizio della sua scalata nel cosiddetto Movimento, partito politico di estrema destra a sfondo razzista.
Ed ecco che quello che prima sembrava un thriller di buona fattura assume a poco a poco i contorni di una parodia sociale: “Noi siamo un movimento e non un partito, affermavano; più o meno con lo stesso spirito di chi anziché chiamarlo culo lo dice fondoschiena”.
La galleria dei personaggi che compongono il Movimento è quasi caricaturale, tra malvagità, sesso sordido e corruzione. E qui forse l'autore calca un po' la mano: contenuti meglio calibrati avrebbero reso la narrazione più verosimile ed efficace.
Ad ogni modo Lupo Mannaro (così è ribattezzato dai “coiscritti”) riscuote sempre più consensi, col solito sguardo vacuo che molti scambiano per risolutezza, con risposte monosillabiche o silenzi che ognuno interpreta come più gli aggrada.
Era l'utile idiota, quello che nel partito faceva il lavoro sporco arrivando a strappare a morsi le orecchie degli avversari politici, e in pochi mesi diventa il Nulla che avanza.
Eccolo là, senza cervello né cuore né niente, l'onorevole Mangiamerda.
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