Dettagli Recensione
il Circo e il Vagabondo
I libri sono fiumi di parole che possono entrarci dentro, nell’anima, arricchendoci solo se noi permettiamo loro di farlo. Penso perciò sia colpa mia se questo romanzo non mi ha colpito, probabilmente l’ho letto nel momento meno indicato. Pensare che le premesse ci sono tutte; Charlot è da tutti noi considerato un’icona di comicità, le sue gag, la sua “camminata”, i suoi baffetti, i suoi pantaloni tanto larghi quanto corti sono emblema di ilarità. Viene da se poi la curiosità nel sapere cosa si nasconda effettivamente dietro quella maschera che sa farci ridere rappresentando la crudeltà che la miseria e la fame possono nascondere.
Questo romanzo indaga sulla personalità di questo attore attraverso le esperienze incontrate nella sua vita; il nascere in un circo da genitore pressochè assenti, la miseria, la fame, la continua ricerca di una lavoro, la forza nel mettersi continuamente in gioco sfruttando ogni occasione, la voglia arricchirsi non accontentandosi mai di ciò che la vita gli offre, sfidando continuamente il destino sentendosi scorrere nelle vene il sangue di un circense.
Eppure non sono riuscita ad emozionarmi. Ho trovato lo stile di questo autore bello, ma non coinvolgente. Non sono riuscita a sentirmi attrice di questa vicenda, non sono riuscita a “sentire” mia questa storia. Per questo penso sia stato il momento sbagliato per leggere questo romanzo, penso di non aver colto appieno il significato che questo libro vuole dare.
Mi è chiaro che alla cavallerizza Ester è legato il tema della perdita, ma penso che questo romanzo volesse dire altro. Scorrendo le pagine attendevo di capirne appieno il significato e questo è stato solo in parte chiarito dal finale. Non so, penso mi sia mancata quella sensibilità nel cogliere questo romanzo.
Poi però ho trovato alcuni aspetti molto belli: ad esempio geniali i dialoghi tra Charlot e la Morte, duri e canzonatori proprio come forse la morte attende ognuno di noi.
Il mondo del Circo come tema ricorrente anche attraverso i personaggi che lo popolano mi ha ricordato le vicende di un altro romanzo (che ho letteralmente adorato) “Nomadi” di Jennings Gary. Ne ho ritrovato le avventure e le disavventure che si nascondo dietro un mondo che è solo apparentemente festoso.
Nel complesso non me la sento di bocciare questo romanzo, probabilmente è una mancanza personale, ma non posso comunque dire che mi abbia emozionata come vorrei facesse un romanzo di questo genere.
Commenti
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Ciao
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Io, in compenso non lo leggerei mai...non lo so il perchè...ma non sono mai riuscita ad apprezzare la comicità di Charlot...
Grazie.
Pia