Dettagli Recensione
Istruzioni per una tragedia
Ho finito di leggere questo libro circa dieci minuti fa, e devo ammettere che tutto quello che mi ha lasciato è una profonda amarezza. Non potrei mai sbizzarrirmi in quello che è il contenuto, poiché a mio parere, di contenuto qui dentro ce n'è ben poco. È un libro piuttosto piatto, che segue lo scorrere dei giorni, che ti accompagna in quella che è la devastazione mentale di Cosimo, il protagonista, e nella protezione della madre nei confronti di un figlio abietto e rifiutato da tutti. Del bambino che viene lasciato a questo quarantenne solitario non si conosce praticamente nulla: a partire dal suo nome per arrivare al motivo che l'ha condotto fin lì. Si sa solamente della sua improvvisa comparsa in casa Tumminia, una casa di campagna isolata da tutte le altre appartenenti a questo paesino immaginario, Calcara, e della sua permanenza silenziosa all'interno dell'abitazione. Credo che l'autore avesse voluto dare uno spunto per quella che avrebbe potuto essere una trama innovativa, ma che alla fine si è risolta per essere una novella piatta e insignificante. L'idea di partenza poteva essere buona, ma l'autore non l'ha sviluppata nel giusto verso, con il giusto stile, con le giuste parti mancanti che avrebbero reso il "romanzo" più decoroso. "Calcara" mi ha dato proprio l'idea di calcare: gioco di parole a parte, mi ha infuso una certa curiosità nelle prime pagine, ma poi questa curiosità è andata a mano a mano diminuendo, rendendomi la lettura molto più faticosa del previsto. Non lo consiglio assolutamente, sono a mio parere 16€ che possono essere benissimo spesi per qualcos'altro.