Dettagli Recensione
L'orrore e la poesia
Premetto che sono abituata al Corona di "Cani, camosci, cuculi e un corvo", di "Storie del bosco antico", di "Venti racconti allegri e uno triste"... Insomma, al Corona dei boschi e delle montagne, quello che non ti stancheresti mai di leggere perché è come una boccata d'aria fresca... Questo libro, invece, a un certo punto mi sono veramente stufata di leggerlo, perché il disgusto superava tutto. Non voglio dirvi quale capitolo, ma qua c'è tutto: horror, blasfemia, sadismo, nonché un abbondante pizzico di vena splatter che proprio non mi aspettavo dal mio Corona delle montagne! Certo, qualcosa del primo Corona rimane e, a tratti, il libro riporta momenti di pura e rara poesia... Ma sono solo tratti, perché subito si ricade in quell'impasto dark che, all'inizio, può anche essere curioso... ma poi, come tutte le esagerazioni, stanca! E mi sono chiesta se è stato perché ha voluto essere più "moderno" o per cosa... Per cosa uno scrittore come lui può scrivere queste cose gettando anche ombre sulla gente della montagna, gente rude, sì, ma che qui viene dipinta in chiave alla S. King... L'unica storia delicata, quella di Neve, è talmente triste che non riesce a permeare del suo spirito tutte le fosche vicende precedentemente narrate. Io ho letto il libro perché mi avevano detto che era uno dei migliori di Corona (addirittura!), e non avevo letto prima la descrizione della storia. Magari sarei stata un po' più preparata... E' la prima volta che non consiglio un libro di Corona, ma se intendete ugualmente leggerlo... al limite fate come me e... saltate certe pagine!!!