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Non dire oggi quello che potresti dire domani…
In “Per nessun motivo” Marco Vichi, l’inventore del commissario Bordelli, abbandona per un attimo registro e copione che hanno per protagonista l’inquirente fiorentino e narra una storia a metà strada tra la commedia degli equivoci e il dramma sentimental-erotico.
Primo equivoco: Loredana ha tenuto nascosta al marito una lettera che ha intercettato nel primo anno di matrimonio. Nell’epistola ormai ingiallita Christine, l’ex fidanzata parigina di Antonio, annunciava di aver avuto una figlia da lui. Un fulmine a ciel sereno si abbatte sulla vita di Antonio (e lo incenerisce!): ha vissuto per venticinque anni sulle colline del Chianti senza conoscere la figlia. Per il pensionato, più vicino ai sessanta che ai cinquanta, non vi sono dubbi: abbandona sui due piedi l’hobby del modellismo e così – detto fatto, pronti e via - si fionda a Parigi per conoscere la figlia e assumersi le sue responsabilità.
Secondo equivoco: a Parigi, Antonio scopre che l’ex fidanzata è morta. Memore di essere scrittore di gialli, Vichi dirige il suo personaggio sulle tracce della figlia sconosciuta. Quando finalmente Antonio identifica e individua Corinne … “La prossima volta, sì. La prossima volta le avrebbe detto tutto.”… Antonio tace la sua identità, la frequenta … Ma cos’è quella strana attrazione reciproca che lega un uomo maturo a una giovane venticinquenne? Possibile che quest’ultima riconosca in lui, per istinto, il padre e decida prontamente di corrisponderlo? Antonio è terrorizzato quando capisce che l’attrazione, con il procedere della frequentazione, va assumendo un’altra sfumatura.
Terzo, quarto e quinto equivoco… Non li posso raccontare!
Ho trovato questo romanzo molto ben orchestrato: una piacevole sorpresa nella produzione di Vichi.
L’ambientazione parigina – qui fosca e malinconica – ha sempre il suo fascino.
Il tema del tempo e di un passato mobile, che si trasforma esso stesso per effetto delle esperienze successive, fanno da sfondo esistenziale al dipanarsi dell’avventura parigina di Antonio. Il senso del tempo poi si complica sotto il pungolo di un rovello: se l’avessi saputo, quale sarebbe stata la mia vita nel ventaglio delle vite possibili?
L’amore senile nelle sue sfumature – è amore paterno? O piuttosto è amore per l’idea della gioventù? O, ancora, è l’ultimo sussulto della vitalità dei sensi? – è un motivo variamente affrontato in poesia e letteratura. Il nostro autore ne fornisce un’interpretazione interessante, divertente e beffarda al tempo stesso.
L’intrigo tra vicende personali ed emozioni si infittisce sotto la regia di Vichi che – non dimentichiamolo – è scrittore di gialli. Quindi si porta appresso dimestichezza e gusto della sorpresa…
Bruno Elpis
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Bene :-)