Dettagli Recensione
Un viaggio dentro se stessi
Ci ho provato, ho provato ad essere la versione femminile di Giacomo Leopardi fingendo che questo romanzo fosse la siepe e cercando di guardare oltre, solo che non vi ho scorto l'infinito, ma il nulla.
Ho trovato questo libro ricco di clichè e di stereotipi sulla vita e sull'amore partendo dall'idea dell'androgino secondo cui l'uomo per essere completo deve trovare l'altra metà di se stesso, l'importanza di avere un sogno nella vita e battersi affinchè si realizzi, il calore degli affetti familiari.
Se dovessi descrivere il protagonista Tòmas con un solo aggettivo sarebbe "smidollato" , un ragazzo che non ha il coraggio di vivere fino in fondo, di fare le scelte basilari della sua vita dal lavoro all'amore finendo per accontentarsi di ciò che passa sottomano.
Il suo viaggio a tratti mi ha ricordato quello che Srooge fa nel romanzo di Dickens "Canto di Natale", solo che per rivedere le tappe salienti della sua vita non ricorda i natali presenti ,passati e futuri, ma i suoi amori.
Dato che sono un eterna ottimista ho cercato di scorgere il messaggio di Gramellini anche se in un libro completamente lontano dai miei gusti, dal mio genere e dalle mie aspettative "l'ultima righe delle favole"rappresenta il lieto fine, il vissero felici e contenti, infatti cosa sarebbero le favole senza il finale? Storie fatte di mele avvelenate, di principesse rinchiuse in castelli e draghi, invece noi tutti abbiamo bisogno di pensare che tutto un giorno possa andare per il verso giusto:
"nelle dita di ciascun uomo è racchiuso un miracolo...in fondo non è così difficile basta rimettersi in pista ogni volta che esce...e appena il cuore è in equilibrio tirare una stecca senza senso".