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La ribellione è donna
Rossovermiglio, romanzo che si è aggiudicato il premio Campiello nel 2008, è uno squarcio sulle ipocrisie della società aristocratica italiana nel periodo che va dal 1928 all’immediato dopoguerra, quando nel 1946 si svolse il referendum per la scelta tra monarchia e repubblica.
La protagonista, Manuela, vive sulla propria pelle una scelta drammatica: diciannovenne, deve decidere chi sposare tra cinque uomini “di buona famiglia” in una lista stilata dal padre. In tale condizione è ovvio che scelga Francesco Villaforesta, un uomo al quale si sente accomunata … dalla passione per i cavalli! Inevitabile, dunque, che il matrimonio naufraghi.
La giovane fugge da Torino e si rifugia in Toscana, a San Biagio, in una tenuta denominata 'la Bandita' ed ereditata dal fratello Enrico. Con ciò intende dimostrare – soprattutto a se stessa - il proprio spirito d’indipendenza, per attuare una reazione volitiva. Nella tenuta si produce il Rossovermiglio, un vino pregiato che otterrà ambiti riconoscimenti.
Lì alla Bandita, Manuela riceve Trott, un uomo conosciuto durante il viaggio di nozze a Parigi e poi rivisto a Torino nel 1939. L’uomo, dedito a misteriosi traffici, alla Bandita dimostra grande abilità nella coltivazione del vino. Ma anche il rapporto con Trott – una sorta di infatuazione emozionale - è minato dalle ipocrisie. L’uomo sparisce all'improvviso lasciando incinta l’amante. Il bambino che nasce, Dino, viene affidato a Mario e Novella, che si occupano della gestione della tenuta. Dino vive accanto alla madre senza sapere di esserne il figlio…
Seguiranno altri intrighi, l’ex marito ritorna per interesse … o forse per dimostrare che ha sempre vigilato sull’ex moglie, scongiurando le truffe di Trott.
La ribellione e l’intraprendenza di una donna che si sente estranea al tessuto sociale di appartenenza si intrecciano alle complessità di rapporti umani spesso viziati da apparenze, convenzioni e inganni. Il contatto con la terra sembra l’unico modo per vivere emozioni autentiche, mentre lo sfondo della guerra e dei bombardamenti rimarca spavento e solitudine di chi già deve condurre un proprio personale conflitto contro le imposizioni sociali.
Nell’apprezzare l’analisi socio-storica condotta dall’autrice e la caratterizzazione psicologica della protagonista, ho trovato vagamente ermetico lo sbocco della vicenda. Questo mi ha lasciato un vago senso di insoddisfazione, di indefinito: ma in fondo – per il buon esito di un romanzo - non è necessario che una trama risulti trasparente in controluce …
Bruno Elpis
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personalmente questo romanzo dell'autrice non sono riuscita ad apprezzarlo, bella scoperta invece Lo scurnuso,,,,