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Il veleno dell'oleandro
 
Il veleno dell'oleandro 2013-09-01 16:20:33 Domitilla Ganci
Voto medio 
 
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Stile 
 
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Contenuto 
 
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Domitilla Ganci Opinione inserita da Domitilla Ganci    01 Settembre, 2013
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Nuddu ammiscatu cu nenti

Ammaliante, lascivo, ambiguo, è un romanzo bellissimo e inquietante, che si dischiude agli occhi del lettore gradualmente, conquistandolo con l’opulenza del lessico e l’intrico della trama. E’ una storia che sorprende per come colpisce i sensi e cattura per l’intreccio narrativo.

Il calore violento del sole, i profumi del misterioso e venefico giardino di Pedrara, i sapori decisi della cucina mediterranea che accompagnano i personaggi nelle loro inquiete giornate . Anche noi siamo lì, con loro, immersi in un universo sensoriale che non ci abbandona fino all’ ultima pagina. E’ un universo a tinte forti, dominato dai bagliori di un passato, i cui sentori maledetti, aleggiano ancora sui personaggi. Racconta il tramonto di una famiglia, che nasconde indicibili e remoti segreti, ma anche celati legami con un nefasto e rivoltante presente, fatto di ricatti e indissolubili vincoli con poteri insospettabili.

Un romanzo che parte dalla fine e solo dopo il dipanarsi degli eventi, manifesta la sua circolarità. Pedrara è in Sicilia. E’ un luogo remoto. Qui, incuneata sotto le alte pareti di roccia dei Monti Iblei, lontana da tutto, immersa in una natura molle e lussureggiante, sorge la villa dei Carpinteri. Sono stati, in un passato non lontano, tra i notabili del paese. Ma un po’ discosti. Attraversati da una vena di esotismo che li ha resi, da sempre, misteriosi e distanti.
Ora i loro epigoni, che trascinano altrove vite fallimentari e infelici, tornano alla villa dove giace, nel suo letto di sofferenze, avvolta dai fumi di una strana demenza senile, l’anziana zia Anna. Sono in cerca delle “pietre”: un misterioso tesoro, legato ad un amore illecito tra i loro avi.
Alla ricerca di questo tesoro, si affiancano le loro storie, narrate a ritroso.
Il fango in cui affondano le loro esistenze, non è dissimile da quello in cui la famiglia ha vissuto nel passato, quando, circondata da un lusso stravagante e vistoso, ha condotto le sua vita abbandonandosi agli eccessi voluttuosi di immorali desideri. Come una tara, i Carpinteri portano nel sangue l’ambiguità. Le loro vite avvolte e stritolate dall’ incapacità di stabilire legami sani e solari, condannate ad un’eterna doppiezza, ad occultare sotto una facciata d’ipocrisia insani malanni dell’anima, che costringono ad una vita abbietta.
La patina del tempo non ha celato per sempre gli antichi segreti. Il legame tra passato e presente è Bede. Raffinatissimo ed equivoco fauno senza età, che si aggira per le stanze della villa acconciato come un principe d’oriente, rilasciando al suo passaggio effluvi di lavanda inglese e disseminando indizi di lontane, perverse passioni, chiave di accesso a quel passato segreto e gonfio di verità nascoste. Personaggio meraviglioso, straordinario, dal fascino sensuale e decadente, dalla esasperata sensibilità, che conquista con le sue incredibili vicissitudini, che attraversano tutto il romanzo a annodano insieme i fili della storia.
Indimenticabili le ultime pagine, dense di dolente poesia, che svelano una storia carica di struggente tenerezza e che riscattano un essere puro, generoso, al di sopra di tutto e vittima per amore, che ha vissuto ogni pulsione e sentimento nella sua completezza, travalicando i limiti senza timori, al di là delle convenzioni, con la limpida certezza che possiede chi agisce per il bene e non esita davanti alla paura, fino al sacrificio di sé.

“Si ama nel presente. Mai per gratitudine di un passato felice, e nemmeno nell’ aspettativa di un bene futuro”.

Impossibile collocare la trama di un romanzo in questi luoghi, senza fare i conti con emanazioni mitologiche e fantasmi di personaggi saldamente ancorati alla cultura classica, che attendono solo di essere riportati in vita, dalla penna di scrittori che aprano lo scrigno delle suggestioni letterarie e partano ad ambientare la propria storia nella luce accecante del sole del sud.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Poeti elegiaci greci e latini. Poeti maledetti francesi. "I Vicerè" di Federico De Roberto. "Il Paradiso terrestre" di Sergio Campailla. "La morte a Venezia" di Thomas Mann. "Narciso e Boccadoro" di Hermann Hesse.
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Commenti

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Sarebbe interessante conoscere - singolarmente - le connessioni che hai individuato tra il romanzo e le opere che hai elencato nella stringa "consigliato a chi ha letto".
Certo, il tuo commento è già completo; ma le connessioni che hai ravvisato incuriosiscono...

Bruno
Mi ha veramente coinvolto la tua recensione, Domitilla!
Ho letto un paio di titoli di questa autrice, questo mi manca ....

Leggendo i titoli che citi, ho pensato di farti la stessa domanda che ti ha or ora posto Bruno...
Soprattutto il romanzo di Campailla mi incuriosisce, poichè quest'anno ho letto Divorati dal dragone e mi ha davvero colpito questo autore, trovo sia da approfondire!
E' curioso come uno stesso testo possa risultare così diverso a chi lo legge! come avrai notato, se hai letto la mia opinione, non solo non mi è piaciuto, ma è insieme a "Rosa Candida" che però è tradotto per cui ha una scusante, uno dei peggiori libri che abbia mai letto; non mi dilungo su qualcosa che ho già detto e motivato, ma una domanda vorrei farti, cosa ci hai trovato di simile a "La morte a Venezia" di Mann?
Non la trama immagino né di sicuro lo stile....
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Domitilla Ganci
01 Settembre, 2013
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Cari Bruno e Silvia, sono stata sul punto di sfoltire la schiera di connessioni letterarie, ma poi non ce l'ho fatta! Questo romanzo ha esercitato in me un fascino straordinario, facendo riemergere dal passato emozioni, personaggi, scrittori, che hanno costellato il mio universo di lettrice, restando indelebili nel cuore e facendomi crescere e maturare. Vediamo se riesco a sintetizzare: il richiamo alla poesia classica, mi sembra dovuto. L'autrice, nel libro, cita versi di Teognide, Anacreonte e Pindaro. Credo che il suo personaggio, Bede, richiami l'ideale classico di unione tra prestanza fisica e doti intellettuali, ispiratore di tutta la cultura greco-romana. I poeti maledetti francesi, con la loro torbida sensualità e il loro animo puro, mi sono tornati in mente pensando al personaggio di Tommaso Carpinteri, raffinato e vitale viveur. " I Vicerè" di De Roberto, molto più del "Gattopardo", è il testo che mi ha avvicinato alla cultura e alla mentalità che originano anche l'odierno sentire della Sicilia, dove ancora non è del tutto eradicata l'idea dell'ineluttabilità della convivenza tra potere criminale e società civile. In questo senso mi è sembrato di poter accomunare a questo testo "Il Paradiso terrestre", uno straordinario romanzo del 1988 di Sergio Campailla, finissimo intellettuale e profondo conoscitore della "sicilianità", da me amatissimo anche perché è stato il mio professore di lettere all'università!
"La morte a Venezia" descrive i turbamenti dell'anziano intellettuale Aschenbach per il giovane Tadzio. Qualcosa di simile è vissuto da Bede nei confronti dell'attraente Thomas (bellissimo il dialogo tra i due sul senso di colpa). Infine "Narciso e Boccadoro" e il conflitto fra spiritualità e mondanità, il tema del dissidio tra le pulsioni carnali e l'intensità di una vita tutta dedita ai piaceri e il richiamo ad una purezza dell'anima, che salva dalle incertezze delle emozioni più effimere, è molto presente nel romanzo. Spero di aver soddisfatto le vostre lecite curiosità! Domitilla.
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Domitilla Ganci
01 Settembre, 2013
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Cara Silvia, di solito le tue recensioni mi piacciono sempre molto, anch'io ho trovato strano che questo romanzo ti abbia lasciato così tiepida, (anzi, ci sono rimasta proprio male!) ma credo dipenda da sensibilità personali e, forse, da percorsi culturali diversi. Fin dal liceo mi sono imbattuta in insegnanti dal pensiero profondamente "divergente", che hanno formato il mio gusto letterario orientandolo in una certa direzione. Anche il mio percorso di vita è stato segnato dall'incontro con personaggi, diciamo così, "alternativi", inesorabilmente attratti da una certa decadenza, il fascino che hanno esercitato su di me, non mi abbandona ancora! Questo romanzo, anche con il suo stile ridondante e barocco e l'abbondanza di temi, era proprio nelle mie corde! Per quanto riguarda Mann, credo di aver già risposto. Non ho trovato comunque, tra i due romanzi, una affinità di contesti, nè di stile, bensì il richiamo all'ambigua attrazione di un uomo maturo verso un ragazzo che, mentre in Mann porta all'ossessione, nel testo della Hornby è felicemente risolta dal personaggio in questione, cui non appartengono sentimenti di colpa, né pulsioni autodistruttive. Sul tuo commento, comunque motivato e ben scritto, mi spiace solo si sia generata una disputa banale e poco costruttiva, che all'epoca mi era sfuggita e che non vorrei vedere su questo sito. Non me ne vogliano gli altri qlettori, ma a volte sarebbe bene non farsi prendere la mano e riportare il tono al livello elevato di cui tutti siamo, senza dubbio, capaci. Ciao. Domitilla.
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silvia t
02 Settembre, 2013
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Ti ringrazio per le belle parole che mi dedichi, spero di meritarle sempre, diciamo che cerco di fare il possibile! Quando scrissi questa recensione non conoscevo l'autrice, non è stato un buon inizio, ma penso che in futuro le concederò una seconda possibilità.
La polemica che nacque allora forse fu conseguenza della mia opinione, ma come ho già avuto modo di dire può succedere in un luogo in cui ci sono molte persone di arrivare a toni accesi; per quello che mi riguarda cerco di analizzare nel modo più oggettivo possibile un testo, anche se delle volte è davvero difficile farlo, con Montalban non ce l'ho fatta, è proprio fuori dalla mia portata!
Un consiglio che volgio darti, se non lo hai già letto è "La zia Julia e lo scribacchino" di LLosa che sto leggendo adesso, è scritto benissimo e tratta storie di tutti i tipi, con uno stile davvero particolare.
Grazi ancora per le belle parole a prestissimo.
Silvia
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Domitilla Ganci
02 Settembre, 2013
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Spero che tu abbia modo di leggere altro di questa autrice, che per me è stata davvero una scoperta: questo romanzo è stato anche per me un "primo incontro", anche se con esiti diversi dai tuoi e anch'io intendo approfondire la conoscenza di questa scrittrice attraverso altre sue opere. Grazie per la tua segnalazione. A presto! Domitilla.
Cara Domitilla,
ho letto con attenzione la tua affascinante risposta alla domanda mia e di Silvia. Se posso dire, le considerazioni che svolgi completano il tuo commento critico all'opera e lo illuminano anche di luce nuova
(detto tra noi: trovo anch'io molto intrigante l'abbinamento barocco-decadentismo).
Ti ringrazio anche per i riferimenti alla tua esperienza personale: consentono di migliorare la nostra conoscenza, andando un po' oltre i commenti delle opere. :)
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Domitilla Ganci
02 Settembre, 2013
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Grazie per avermi letto con tanta attenzione! Domitilla.
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