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Nuddu ammiscatu cu nenti
Ammaliante, lascivo, ambiguo, è un romanzo bellissimo e inquietante, che si dischiude agli occhi del lettore gradualmente, conquistandolo con l’opulenza del lessico e l’intrico della trama. E’ una storia che sorprende per come colpisce i sensi e cattura per l’intreccio narrativo.
Il calore violento del sole, i profumi del misterioso e venefico giardino di Pedrara, i sapori decisi della cucina mediterranea che accompagnano i personaggi nelle loro inquiete giornate . Anche noi siamo lì, con loro, immersi in un universo sensoriale che non ci abbandona fino all’ ultima pagina. E’ un universo a tinte forti, dominato dai bagliori di un passato, i cui sentori maledetti, aleggiano ancora sui personaggi. Racconta il tramonto di una famiglia, che nasconde indicibili e remoti segreti, ma anche celati legami con un nefasto e rivoltante presente, fatto di ricatti e indissolubili vincoli con poteri insospettabili.
Un romanzo che parte dalla fine e solo dopo il dipanarsi degli eventi, manifesta la sua circolarità. Pedrara è in Sicilia. E’ un luogo remoto. Qui, incuneata sotto le alte pareti di roccia dei Monti Iblei, lontana da tutto, immersa in una natura molle e lussureggiante, sorge la villa dei Carpinteri. Sono stati, in un passato non lontano, tra i notabili del paese. Ma un po’ discosti. Attraversati da una vena di esotismo che li ha resi, da sempre, misteriosi e distanti.
Ora i loro epigoni, che trascinano altrove vite fallimentari e infelici, tornano alla villa dove giace, nel suo letto di sofferenze, avvolta dai fumi di una strana demenza senile, l’anziana zia Anna. Sono in cerca delle “pietre”: un misterioso tesoro, legato ad un amore illecito tra i loro avi.
Alla ricerca di questo tesoro, si affiancano le loro storie, narrate a ritroso.
Il fango in cui affondano le loro esistenze, non è dissimile da quello in cui la famiglia ha vissuto nel passato, quando, circondata da un lusso stravagante e vistoso, ha condotto le sua vita abbandonandosi agli eccessi voluttuosi di immorali desideri. Come una tara, i Carpinteri portano nel sangue l’ambiguità. Le loro vite avvolte e stritolate dall’ incapacità di stabilire legami sani e solari, condannate ad un’eterna doppiezza, ad occultare sotto una facciata d’ipocrisia insani malanni dell’anima, che costringono ad una vita abbietta.
La patina del tempo non ha celato per sempre gli antichi segreti. Il legame tra passato e presente è Bede. Raffinatissimo ed equivoco fauno senza età, che si aggira per le stanze della villa acconciato come un principe d’oriente, rilasciando al suo passaggio effluvi di lavanda inglese e disseminando indizi di lontane, perverse passioni, chiave di accesso a quel passato segreto e gonfio di verità nascoste. Personaggio meraviglioso, straordinario, dal fascino sensuale e decadente, dalla esasperata sensibilità, che conquista con le sue incredibili vicissitudini, che attraversano tutto il romanzo a annodano insieme i fili della storia.
Indimenticabili le ultime pagine, dense di dolente poesia, che svelano una storia carica di struggente tenerezza e che riscattano un essere puro, generoso, al di sopra di tutto e vittima per amore, che ha vissuto ogni pulsione e sentimento nella sua completezza, travalicando i limiti senza timori, al di là delle convenzioni, con la limpida certezza che possiede chi agisce per il bene e non esita davanti alla paura, fino al sacrificio di sé.
“Si ama nel presente. Mai per gratitudine di un passato felice, e nemmeno nell’ aspettativa di un bene futuro”.
Impossibile collocare la trama di un romanzo in questi luoghi, senza fare i conti con emanazioni mitologiche e fantasmi di personaggi saldamente ancorati alla cultura classica, che attendono solo di essere riportati in vita, dalla penna di scrittori che aprano lo scrigno delle suggestioni letterarie e partano ad ambientare la propria storia nella luce accecante del sole del sud.
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Ho letto un paio di titoli di questa autrice, questo mi manca ....
Leggendo i titoli che citi, ho pensato di farti la stessa domanda che ti ha or ora posto Bruno...
Soprattutto il romanzo di Campailla mi incuriosisce, poichè quest'anno ho letto Divorati dal dragone e mi ha davvero colpito questo autore, trovo sia da approfondire!
Non la trama immagino né di sicuro lo stile....
"La morte a Venezia" descrive i turbamenti dell'anziano intellettuale Aschenbach per il giovane Tadzio. Qualcosa di simile è vissuto da Bede nei confronti dell'attraente Thomas (bellissimo il dialogo tra i due sul senso di colpa). Infine "Narciso e Boccadoro" e il conflitto fra spiritualità e mondanità, il tema del dissidio tra le pulsioni carnali e l'intensità di una vita tutta dedita ai piaceri e il richiamo ad una purezza dell'anima, che salva dalle incertezze delle emozioni più effimere, è molto presente nel romanzo. Spero di aver soddisfatto le vostre lecite curiosità! Domitilla.
La polemica che nacque allora forse fu conseguenza della mia opinione, ma come ho già avuto modo di dire può succedere in un luogo in cui ci sono molte persone di arrivare a toni accesi; per quello che mi riguarda cerco di analizzare nel modo più oggettivo possibile un testo, anche se delle volte è davvero difficile farlo, con Montalban non ce l'ho fatta, è proprio fuori dalla mia portata!
Un consiglio che volgio darti, se non lo hai già letto è "La zia Julia e lo scribacchino" di LLosa che sto leggendo adesso, è scritto benissimo e tratta storie di tutti i tipi, con uno stile davvero particolare.
Grazi ancora per le belle parole a prestissimo.
Silvia
ho letto con attenzione la tua affascinante risposta alla domanda mia e di Silvia. Se posso dire, le considerazioni che svolgi completano il tuo commento critico all'opera e lo illuminano anche di luce nuova
(detto tra noi: trovo anch'io molto intrigante l'abbinamento barocco-decadentismo).
Ti ringrazio anche per i riferimenti alla tua esperienza personale: consentono di migliorare la nostra conoscenza, andando un po' oltre i commenti delle opere. :)
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Certo, il tuo commento è già completo; ma le connessioni che hai ravvisato incuriosiscono...
Bruno