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Il mausoleo della maledizione
Dopo la cocente delusione suscitatami dalla lettura de “La torre della solitudine” ho deciso di tornare su un’opera di Valerio Massimo Manfredi con la speranza di ricredermi sul suo conto. Beh, se da un certo punto di vista “Chimaira” mi ha soddisfatto facendomi quasi rivalutare Manfredi, man mano che la lettura procede escono fuori tutti i difetti e le lacune dell’autore ( o almeno nelle due opere che ho letto ).
Fin dalle prime pagine, “Chimaira”, si prospetta come un buon romanzo dal ritmo incalzante, coinvolgente!
Su uno sfondo storico appassionante, tra i letti triclinari e le tombe di carattere etrusco si dirama una trama con tutte le carte in regola per poter essere considerata un “giallo”, un gran bel “giallo”.
Però, procedendo la lettura, quando l’euforia iniziale scema ho potuto riflettere più a fondo sulle fattezze del romanzo. Ok, la trama è coinvolgente e capace di destare grande interesse ma.. basata su fatti storici del tutto inventati! Tutto ciò che l’autore menziona nella sua opera relativamente alla storia etrusca è frutto della sua immaginazione e, perciò, pura fantasia! Avevo iniziato a leggere questo romanzo con l’intenzione di IMPARARE, leggendo un libro in cui una storia appassionante mi permettesse allo stesso tempo di incamerare preziose informazioni storiche. Oltre a questo, forse proprio perché inverosimile, la trama si dimostra a tratti banale e scontata- si esibisce un Manfredi intento ad “arrampicarsi sugli specchi”- cosparsa per di più da noiose ripetizioni di parole ( “raccogliere” ripetuto svariate volte in poche pagine).
Insomma, un’opera che non ha risposto alle mie aspettative come mi sarei aspettato (non si può considerare “Chimaira” un romanzo storico) ma buona per quanto riguarda la piacevolezza.
Sconsigliata a chi voglia gustarsi un VERO thriller STORICO; consigliato,invece,a tutti coloro che vogliano affrontare un fantasy molto ma molto leggero.
Indicazioni utili
- sì
- no