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…Parlare “con le carte in mano”!
Viaggio di Calvino alla riscoperta dell’immaginazione a partire dai tarocchi.
Il castello dei destini incrociati è un libro di Italo Calvino, pubblicato nell’ottobre 1973 da Einaudi.
Nella nota dell’edizione del ’73, Calvino scrisse: “mi sono applicato soprattutto a guardare i tarocchi con attenzione, con l’occhio di chi non sa cosa siano, e a trarne suggestioni e associazioni, a interpretarli secondo un’iconologia immaginaria. Quando le carte affiancate a caso mi davano una storia in cui riconoscevo un senso, mi mettevo a scriverla”.
La narrazione, ambientata in un castello e in una taverna, si sviluppa nell’intera opera sotto forma di tante storie, che scaturiscono dall’immaginazione dell’autore alla vista di diversi tarocchi. I due luoghi dove i personaggi si ritrovano sono accomunati dal mutismo degli stessi una volta che vi entrano, così si trovano costretti a parlare a gesti e...con le carte in mano. Il castello, raggiungibile solo dopo aver attraversato un bosco pieno di tranelli e trappole di ogni tipo, è dunque luogo di approdo per coloro che escono vivi ma estremamente stanchi dalla boscaglia; tuttavia, l’aspetto del castello, con i suoi arredamenti sfarzosi e malandati allo stesso tempo, sembra quello di una locanda piuttosto che di una reggia. E’ qui che si incontrano persone diverse, accomunate dal viaggio e dalla lingua inutilizzabile, che passano il loro tempo all’interno della struttura raccontandosi storie tramite i tarocchi, disegni all’apparenza insignificanti a cui italo Calvino cerca di attribuire un nuovo e personale significato.
Con questo libro, che sembra un altro dei tanti “laboratori” letterari dello scrittore italiano, Calvino si inserisce in prima persona anche nel periodo letterario di Ludovico Ariosto, immaginandosi con i tarocchi la storia di Orlando e del suo amico Astolfo, mandato sulla Luna a cercare il senno del furioso, contenuto in un’ampolla, la più grande tra tutte quelle presenti sul suolo lunare.
Tra le altre storie raccontate, anche quelle di ladri, regine, foreste, mercanti e fanciulle, disposte in un ventaglio di personalità e situazioni di vita che mettono anche in crisi la personalità dello stesso protagonista-autore, che si chiede chi sia lui veramente, a quale tarocco egli si possa associare, e quale possa realmente raccontare la sua storia. Tutte le storie hanno qualche tarocco in comune e questo permette all’autore di poter intrecciare un folto insieme di immagini non staccate tra di loro, ciò diventa dunque occasione di similitudine con la vita di ogni uomo, la cui storia si intreccia con quella degli altri grazie a momenti e incontri vissuti insieme.
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