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Sostiene Pereira
 
Sostiene Pereira 2013-07-31 22:04:49 marinablu
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Contenuto 
 
4.0
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marinablu Opinione inserita da marinablu    01 Agosto, 2013
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L'IO EGEMONE

Lisbona, 25 luglio 1938.
“Sostiene Pereira di averlo conosciuto in un giorno d’estate. Una magnifica giornata d’estate, soleggiata e ventilata, e Lisbona sfavillava. Pare che Pereira stesse in redazione, non sapeva che fare,….il “Lisboa” aveva ormai una pagina culturale e l’avevano affidata a lui. E lui, Pereira, rifletteva sulla morte. Quel bel giorno d’estate, con la brezza atlantica che carezzava le cime degli alberi e il sole che splendeva, e con una città che scintillava, letteralmente scintillava sotto la sua finestra, e un azzurro, un azzurro mai visto, sostiene Pereira, di un nitore che quasi feriva gli occhi, lui si mise a pensare alla morte.”

E’ con una descrizione così straordinaria che ci approcciamo ad assistere all’evoluzione di un uomo, il dottor Pereira, un uomo ormai avanti negli anni, vedovo e con la cui obesità convive nel quotidiano, un giornalista che si occupa della pagina culturale di un nuovo giornale, il “Lisboa”, che Pereira ama definire come “libero e indipendente”, il suo piccolo mondo è ordinario, è fatto di battibecchi con la portinaia, di limonate e frittate, del ritratto della moglie deceduta e di una sorta di apatia nei confronti di una politica che sta diventando man mano sempre più repressiva, ma proprio questo piattume varrà totalmente sconvolto dall’incontro con Monteiro Rossi un giovane filosofo (..e rivoluzionario) a cui vuole affidare la pagina dei necrologi di scrittori importanti e quello che dovrebbe essere un rapporto di collaborazione professionale muta e si evolve fino al punto che Pereira prova un senso di protezione nei confronti di questo ragazzo e partecipazione agli ideali di libertà. Poco alla volta riesce ad aprire gli occhi e a vedere la realtà per quella che è, e allora vede un Portogallo dove la polizia di Salazar ammazza chi è contrario al regime, censura qualsiasi cosa sia antinazionalista, la gente non conta nulla, l’opinione pubblica non conta nulla.
Pereira inizia a provare il desiderio di pentirsi non sa ancora bene per cosa, lui lo chiama “pentimento limitrofo” perché da una parte è contento della vita che ha fatto, però nello stesso tempo è come se avesse voglia di pentirsi della sua vita, è una piccola fiammella che man mano cresce dentro lui, a far luce su questa strana sensazione e ad arricchire il lettore ci pensa il dottor Cardoso spiegando la fantastica teoria della ”confederazione delle anime”: ognuno di noi ha varie anime dentro di sé e queste anime sono sotto il controllo dell’IO EGEMONE che dirige i nostri pensieri e la nostra personalità, però questo io egemone, per il trascorrere del tempo o per un evento particolare, può cambiare, allora “sale al potere” un altro io egemone, più forte del precedente, che influenzerà la nostra vita, ed ecco spiegata l’evoluzione dell’animo umano, ora capiamo perché si cambia, nel caso di Pereira possiamo ben dire che più la narrazione va avanti più prevale l’uomo coraggioso e cosciente che è in lui.

Strutturato come una deposizione (verso chi? Forse a favore nostro che leggiamo) e seppur ambientato agli albori del secondo conflitto mondiale Tabucchi ci propone un romanzo più che mai attuale, riesce a smuovere le coscienze, attraverso Pereira ci invita ad aprire gli occhi per vedere ben oltre il nostro piccolo orticello, uno stimolo a non smettere di porci delle domande, a non anestetizzare la nostra anima rischiando di accettare per apatia tutto ciò che ci viene imposto per poi pentircene in futuro, ci invita ad aver coscienza di noi stessi, della vita e delle scelte che facciamo, a non abbassare la cresta e a rivendicare ciò che è giusto ….magari facendo prevalere l’io egemone un po’ più coraggioso che c’è in noi.

(Alla fine del romanzo c’è una nota tratta da un testo pubblicato su Il Gazzettino nel 1994 in cui Tabucchi rivela come nasce il dottor Pereira, il valore simbolico che attribuisce al personaggio e al nome che porta. Un ulteriore prova di quanta passione e amore ha provato nel creare questa storia.)

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Commenti

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Lo splendido incipit a quanto pare mantiene le promesse. Metto in lista, grazie.
In risposta ad un precedente commento
marinablu
02 Agosto, 2013
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Si Cristina è un libro che merita davvero! Un saluto.
è IL miglior romanzo che ha scritto Tabucchi . Descrive come hai notato con grande passione civile l'oppressione della dittatura portoghese. Il dittatore Salazar fu più furbo di Mussolini : benchè fascista non entrò in guerra a fianco di Hitler. Purtroppo mori' nel suo letto senza avere fatto un giorno di galera per i suoi crimini. un saluto
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