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Lei conobbe lui e se stessa (Calvino)
E' un romanzo di Valentina d'Urbano che narra la storia d'amore (e morte) di Beatrice e Alfredo soprannominati "i gemelli" in quanto cresciuti insieme fino a contaminarsi e quasi fino a confondersi. E' una storia "rude" che descrive la vita di periferia di un quartiere malfamato definito "la fortezza" partendo dagli anni di piombo fino ai primi anni '90. I protagonisti si identificano con i luoghi, rispecchiandosi e diventando un tutt'uno con essi : "non sarò mai al sicuro come lo sono qui dentro, in questo quartiere di ladri e di spacciatori, di tossici e di delinquenti, questo posto con gli angoli sporchi e gli androni che puzzano di piscio, con i lampioni rotti e le strade che annegano nel buio, e i confini sorvegliati affinchè nessuno entri a ficcare il naso, a vedere cosa facciamo". Il modo di concepire il rapporto tra i protagonisti e il loro ambiente mi ha fatto tornare in mente la concezione dell'ostrica di verghiana memoria secondo la quale l'uomo deve rimanere tutta la vita nel contesto sociale di appartenenza perchè ogni tentativo che fa per cercare di migliorare la propria posizione sarà vano o addirittura renderà la propria condizione deteriore, è quello che succede a Beatrice quando durante una vacanza al mare incontra Marta una ragazza di buona famiglia, ricca di sogni e prospettive per il futuro, ma la sola idea di trasferirsi a Bologna e di lasciare la fortezza la terrorizza perchè è come se sapesse che quello è il luogo in cui è destinata a continuare la sua vita, accanto ad Alfredo.
La storia tra Beatrice ed Alfredo non ha proprio nulla di convenzionale : "lui amava come un cane, con la stessa insensata fiducia , con lo stesso cieco trasporto. Io odiavo . "
In realtà non è tanto un rapporto di amore/odio, quanto piuttosto un rapporto che oscilla tra morbosa amicizia e amore appassionato collocandosi in quello spazio riservato agli "amori malati".
Il libro l'ho da subito adorato, mi hanno conquistato il linguaggio semplice dell'autrice e i capitoli molto brevi e coincisi, quasi che non ci fosse bisogno di aggiungere altre parole perchè sarebbero diventate superflue ai fini della storia, il racconto è graffiante scava fin sotto la pelle, racconta di esperienze difficili come l'aborto e l'uso di eroina senza mezzi termini, descrivendoli con crudezza provocando brividi che non si fermano in superficie, ma scuotono anche il cuore.
Da leggere!!
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