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Il Passato è una terra straniera
 
Il Passato è una terra straniera 2013-07-11 14:13:56 luvina
Voto medio 
 
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Stile 
 
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Piacevolezza 
 
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luvina Opinione inserita da luvina    11 Luglio, 2013
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Il passato è una terra straniera

Finalmente ho preso questo libro dalla mia libreria (dove giaceva da un po'), l'ho aperto e l'ho addirittura divorato! Sono stata letteralmente inghiottita da questa storia di amicizia, di perdizione. Non ho letto questo romanzo come un giallo o un poliziesco anche se l'autore è specializzato in questo genere ma come un vero romanzo di formazione; la storia si presta a diversi livelli di lettura, è una di quelle che ti prende e ti coinvolge, ti mette davanti alla seduzione del male, a quella parte buia e inconscia che è dentro di noi e che, normalmente, teniamo a bada. La parte "gialla" del romanzo ha, secondo me, il solo scopo di amalgamare per poi concludere la storia dei tre protagonisti (infatti già a metà libro si intuisce il colpevole). Qui invece sono ben descritte la vulnerabilità della giovinezza, il senso (a volte sbagliato) dell'amicizia, dell'ammirazione e dell'emulazione proprie di quell'età.
Lo stile è lineare, il racconto in due parti molto ben strutturato ed anche i personaggi minori sono magistralmente delineati con poche righe e descrizioni efficaci. Una torbida e crepuscolare Bari fa da sfondo con i vizi, i riti e la bellezza della provincia italiana.
Con un notevole scavo psicologico l'autore ci presenta i tre protagonisti principali (Giorgio Francesco e Chiti) come facce diverse e uguali dello stesso prisma: il parallelo tra Chiti e Francesco sull'immagine in pezzi nello specchio, Francesco alter ego di Giorgio, la figura assente e distruttiva dei padri ne sono degli esempi.
E' comunque un romanzo triste perché a mio avviso non c'è salvezza (tranne che per Chiti): infatti Giorgio è un vigliacco, non dirà mai la verità a nessuno, non restituirà mai il denaro, non si pente, semplicemente è contento di averla fatta franca e continua a vivere, si laurea, diventa magistrato ma non è felice. Senza espiazione, senza riscatto, senza accettazione e conoscenza di sé non ci può essere salvezza perché tutti noi siamo figli di quella terra straniera che è il passato e possiamo vivere bene il presente solo se riconosciamo e mettiamo a frutto i nostri errori.

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Commenti

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Luana...vedi che avevo ragione?
;-)) Pia
In risposta ad un precedente commento
luvina
12 Luglio, 2013
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Sicuramente sììì!! :)
Uuuuuu questo e' ai piani alti della mia ld !
A breve lo prendo :-)
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