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SONO TUTTO E SONO NIENTE
Un protagonista che non ha nome. Un estraneo nei luoghi in cui è vissuto e in quelli in cui avrebbe dovuto vivere. Un viaggio di chi è cresciuto nella "Roma delle Rovine" senza mai poterne essere veramente parte, fino all'universo vasto e sconosciuto della "Roma di Quaresima", estrema periferia. Giagni tratteggia con pennellate sintetiche ma sicure una città che sembra l'opposto dell'altra. Dagli adolescenti figli di papà ai coatti assidui frequentatori delle palestre regala scorci di mondi che potrebbero sembrarci lontani, per quanto agli antipodi. E l'estraneo lì, in mezzo a loro.
La tematica è quanto mai attuale - sentirsi "estranei" nei propri luoghi, nella ricerca continua per colmare il vuoto interiore dentro di noi - ed è raccontata con uno stile nuovo, ruvido, graffiante, dove però la salvezza non fa parte di nessuno dei due mondi. E mentre Pasolini, raccontando le periferie di Roma, lasciava spazio all'immaginare una speranza lontana, Giagni confina il suo estraneo in poche parole: "sono estraneo. sono tutto e sono niente". E a chi è tutto e non è niente non è data possibilità di riscatto.