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riscatto
Questo è un romanzo che lascia il segno.
Non so se è perchè sono madre di un maschietto, ma in Pietro non vedo solo un ragazzino sfortunato, ma un figlio da proteggere, da coccolare, da aiutare a venir fuori dallo squallore della sua famiglia.
Per quanto Pietro cerchi di scrollare dalle sue spalle l'eredità delle sue origini, per quanto cerchi il suo riscatto, per quanto cerchi di trarre il meglio dalle piccole opportunità che gli si presentano (lo studio, la famiglia di Gloria), il marciume è sempre lì pronto a prenderlo, a trascinarlo e a imbrattare i suoi sogni. Il marciume ora ha il volto dei bulli, ora della preside, ora di suo padre. Cosa fare? Come può combattere un bambino tali mostri? Ma la soluzione il piccolo Pietro la troverà e sarà una soluzione estrema, assurda.
Per quanto riguarda gli altri personaggi c'è Graziano, l'eterno ragazzino che non sa cogliere ciò che la vita gli offre, non ci arriva proprio a capire che il suo voler di più spesso lo priva di ciò che conta, eppure basterebbe fermarsi per capire cosa è realmente la felicità. Graziano dovrà abbattere i suoi limiti e fare questo: essere felice.
Poi c'è Flora, una donna fragile, che dedica la sua vita a curare sua madre, anche lei avrà la sua possibilità di uscire dal suo guscio fatto di quattro mura e rassegnazione, di essere oggetto di cure e attenzioni, di essere amata e sentirsi dire "sei bellissima".
Per me questo è il romanzo del riscatto, dove come spesso accade, questo è a portata di mano, ma eventi a noi sconosciuti, la cattiveria e l'egoismo degli altri o la nostra stessa stupidità gli fanno da ostacolo.
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Poi questo è ciò che il libro ha trasmesso a me personalmente, a lei avrà lasciato altro, non la vedo così palese.