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L'uovo
 
L'uovo 2013-07-02 16:46:27 Zine
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Zine Opinione inserita da Zine    02 Luglio, 2013
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Una nuova possibilità

La fine del mondo. Quella vera, l’Apocalisse che ridurrà a niente la vita sulla Terra e i millenni di cultura del genere umano. Così, in pochi minuti, senza alcun preavviso, ogni cosa viene spazzata via. Non c’è tempo per tentare di trovare una soluzione, una via di salvezza; nessuna occasione per gli ultimi addii.
Un attimo prima c’è la Vita e l’Uomo governa il pianeta. Un attimo dopo, tutto è finito.
L’ecatombe viene vista in diretta da una base lunare, abitata da un piccolo manipolo di scienziati e volontari comandati dal cupo Odama. Spetterà a lui il compito di trovare un significato in tutto ciò, parlare con coloro che ne sono la causa ed essere protagonista dell’annientamento finale…o forse di una rinascita.
Questa, in breve, la trama di “L’uovo” di Rodolfo Viezzer, edito con Aracne, Un breve romanzo che unisce fantascienza e teologia, morale e scienza, in un viaggio tra le macerie di un pianeta che si risveglia sull’orlo della distruzione, non dissimile all’animo dello stesso protagonista, che dalla morte della compagna ha perso ogni interesse alla vita e a tutto ciò che lo circonda.
Secondo molte mitologie, l’Universo nasce da un Uovo. Pensare ai pianeti come gusci di creature che crescono al loro interno aspettando il momento della nascita è al contempo splendido e terrificante, troppo al di là della capacità di visualizzazione del genere umano.
Un essere gigantesco sotto la crosta terrestre provoca, per venire al mondo, l’estinzione di miliardi di vite. Odama si batte attraverso un confronto etico fatto di solo pensiero per insegnare all’intelligenza aliena fecondante quanto aberrante sia questa proporzione, quanto significhi in termine di danno cosmico. Anche una sola vita perduta, con il suo carico di esperienza e ricordi, è un danno incalcolabile.
Odama ed Ave. Adamo ed Eva. Un semplice acronimo, ma non così scontato. Ce ne si rende conto piano piano, proseguendo con la lettura. Ave è morta; era la luce nella vita di Odama, che ora vive senza speranza e senza più legami con tutto ciò che, sulla Terra, gli ricorda lei. Dentro di lui è avvenuto qualcosa di molto simile al disastro che si sta abbattendo sul pianeta e forse proprio per questo riesce a gestire tanto bene la situazione, a far continuare l’attività della base in sua custodia.
E’ l’unico ad avere la forza e il coraggio di indagare, quando si scopre che il cataclisma è stato indotto da creature che attendevano questo momento da milioni di anni.
L’analisi della psiche di Odama occupa nella narrazione un posto non meno fondamentale del destino a cui la Terra e l’Uomo stanno andando incontro, intrecciata indissolubilmente alle sorti del nostro mondo e della specie.
La particolarità di questo piccolo romanzo sta nell’ambiguità del momento, all’interno del flusso del Tempo, in cui tutta la vicenda si svolge. Potrebbe trattarsi del nostro futuro, neanche tanto lontano. Oppure, perché no, di un remotissimo passato di civiltà evoluta cancellata dallo sconvolgimento planetario, poi rinata grazie a una “seconda possibilità” in cui stiamo ricalcando le tappe precedenti…
L’autore non lo specifica. Forse nemmeno intendeva offrire una suggestione simile. Fatto sta che essa nasce nella mente del lettore fin dalle prime pagine e dona qualcosa in più a tutta la vicenda.
Nonostante la necessità di un editing un po’ più attento, una storia di fantascienza costruita con classe, di gradevolissima lettura, che offre molti spunti di riflessione.

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