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La recherche di una nuvola caduta
Durante le prime pagine,per un millesimo di secondo, ho inavvertitamente ricordato il Brucaliffo di “Alice nel paese delle meraviglie” che fumando il suo narghilè pronunciava in anelli di fumo colorato:
“t-u-u ..chi esser t-u-u”
Bel garbuglio..
Perché,essenzialmente,il tema centrale di questo racconto è l’inseguimento di se stessi nella prigionia degli altri,gli stessi “altri”produttori di conseguenze,le cui aspettative e proiezioni sono sbarre che non riusciamo a limare ed il recupero della libertà ,implodendo, sembra potersi risolvere solo in uno scambio di vita.
Chi di noi non ha mai avuto l’istinto famelico di mentire per non deludere il peso della gioia e l’ambizione proiettata su di noi di chi ci vuole bene.
E più il bene profondo si incarna in guida giudiziosa,minuziosa di cui non sentiamo il bisogno e più l’angoscia sale.Genitori che riverberano,involontariamente,il loro passato sul futuro dei figli e sulle loro scelte.Un tema che sicuramente,in un modo o nell’altro,tutti noi,in fumose frazioni,in lancette che sollecitano i minuti,nell’inconsistenza di non ricordare come mai gli anni scivolano via,per motivi più o meno incisivi nel nostro percorso, abbiamo vissuto.
Filippo,figlio di cui esser orgogliosi, Bocconiano promettente,farà cadere tutta la sua famiglia dalle nuvole,quelle nuvole vaporose,morbide carcasse di zucchero filato,della stessa consistenza delle pecore che si porterà appresso in una conferenza nel più rinomato college di Oxford e che saranno il fattore scatenante di un percorso a ritroso.
Si dipana una sorta di rocambolesca recherche di quel figlio,quel nipote,quel fratello,quel fidanzato tramite i racconti di come gli altri lo hanno vissuto,delle strade che l’hanno fatto allontanare, per capire chi abbiamo osservato ma non visto realmente crescere.
Sotto questo racconto si fa spazio anche la dolcezza di chi,invece,avrebbe voluto quelle possibilità e si ritrova,per uno scambio menzioniero necessario,magicamente ad averle in pugno per poter sviluppare il proprio desiderio di aspirazione;ed è il “Proprio”il vero messaggio nella bottiglia che la buona Mastrocola,da sempre osservatrice pedagogica di giovani anime,ha voluto far scivolare in questo mare di carta.Il suo protagonista non vuole primeggiare,non vuole essere un contenitore asettico di cultura,di idee economiche o culla di futuri sicuri e si fa scudo.
In fondo il vero sbaglio non esiste,l’indirizzare non è errato,magari è semplicemente la persona ad essere nell’indirizzo sbagliato e siccome siamo ignari della via scritta nelle nostre tasche e in quelle altrui è meglio lasciare che i grandi spazi ci angoscino,ci facciano sentire completamente inesaudibili,inappagati, persi,curiosi in modo che sia l’agorafobia a guidarci.
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Ho letto il citato "Più lontana della luna"-"una barca nel bosco"e "la gallina volante" io adoro la profonda dolcezza che mi provocano i suoi personaggi ricolmi dell'estraneità alla società per un riscatto più intimo della propria essenza.
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