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Le stelle negli occhi
“A mio padre che non vuole andar sulla Luna perché sulla Luna non ci sono fiori né pesci né uccelli”. Questo libro è molto più che la cronaca di un viaggio nel mondo degli astronauti, perché c'è dentro la metamorfosi di un'anima: quella della stessa autrice, giovane donna già lontana dai dogmi della Chiesa ma non ancora atea, ironica ma non ancora cinica.
Un anno passato a contatto con i gladiatori dell'era spaziale, “che voglion andar sulla Luna perché il Sole potrebbe morire”, basterà a convertirla, a convincerla che progresso e futuro hanno un prezzo che vale la pena pagare: montagne affettate, fiumi deviati, alberi abbattuti. Ma esplorare sempre nuove frontiere è un imperativo a cui l'umanità non può sottrarsi, perché rompere le catene che ci tengono legati alla Terra è una sfida esaltante che affonda le sue radici nella lotta per la sopravvivenza.
Grazie ad un sapiente uso del flash-back, il ponte tra passato e presente, tra vecchio e nuovo mondo, dà esattamente l'idea di ciò che è stato e che occorre lasciarsi alle spalle per abbracciare la causa di chi guarda ardito al futuro: “Un albero solo non conta. Mettiti in testa che un albero solo non conta e comprenderai che la morte non esiste, papà”.
Il lettore contemporaneo sorride ormai di certe previsioni scientifiche datate 1965, come la convinzione che nel 1990 i razzi sarebbero diventati normali mezzi di trasporto, ma la forza che la Fallaci riesce ad imprimere alle pagine non ne viene intaccata.
Dalla parlata fiorentina che caratterizza l'intera narrazione fa continuamente capolino un'ironia che non risparmia neppure i più autorevoli scienziati e tecnici della NASA, mentre si scopre che gli eroi forse è meglio non guardarli troppo da vicino per non rovinare l'effetto e che la Luna non è affatto bianca e luminosa come appare dal nostro pianeta, ma più nera del nero.
Eppure fuori dall'atmosfera terrestre qualcosa c'è, un mistero di cui ci si innamora e che si lascia con rimpianto. Lo sanno bene quelli che ci sono stati e che dopo, con le stelle negli occhi, continuano per mesi a camminare guardando il cielo con aria assente.
Il lato umano di un mondo automatizzato, è questo che ci fa scoprire la scrittrice, interessata, più che alla spiegazione di certi sistemi automatici, a certe rughe precoci intorno agli occhi di chi sta intervistando: “Era come scoprire, non so, che in cielo vengon le rughe, che anche gli angeli diventano anziani, e dava una sensazione spiacevole, colma di perplessità”.
Ma assistere per la prima volta al lancio in orbita di un razzo metterà anche a lei, per sempre, le stelle negli occhi, rivelandole quanto siano meravigliose le potenzialità dell'uomo, anche quando trasforma il paradiso in inferno: “per un minuto, uno stupendo minuto, m'è sembrato di vedere gli uomini che giocavano a carte con Dio”.
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Commenti
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:-)
Provatelo o riprovatelo ragazze, io la Fallaci ho cominciato ad apprezzarla solo di recente.
@Gracy: leggilo, serve a restare giovani dentro ;-)
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