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I piccoli maestri
 
I piccoli maestri 2008-10-28 20:26:46 Renzo Montagnoli
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    28 Ottobre, 2008
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L'avventura della Resistenza

Da Libera nos a Malo a I piccoli maestri c’è una frattura che si stenta a comprendere. L’autobiografia di Meneghello prosegue infatti con il periodo bellico e in particolare con quello della Resistenza, sulla quale è imperniato pressoché totalmente il libro.

Non è che ci si trovi davanti a qualche cosa di scritto grossolanamente, tipo il diario di un partigiano di modesta cultura, ma è il punto di vista che dovrebbe subire una svolta che però non si verifica.

Certo, l’aver messo mano a quest’opera a distanza di tempo ha smussato tensioni, ha spuntato acuti, ma francamente, se il ricorso a una certa ironia appare sovente misurato, in alcuni punti travalica i confini della logica, trasformando fatti in avventure quasi picaresche.

La guerra partigiana, affrontata da giovani inesperti come un gioco, non riesce a trasmettere le sensazioni di inevitabili amarezze che la realtà provocherà nell’autore e nei suoi amici.

Il tono volutamente leggero, a tratti goliardico, non permette infatti di comprendere appieno la maturazione di questo gruppo di studenti, a loro modo indipendenti e autonomi in un contesto di un conflitto aspro, sanguinoso, proprio di una guerra civile.

E se è possibile capire la ratio che impone il ricorso ad azioni nell’ottica di limitare le quasi certe conseguenze sulla popolazione amica, tuttavia appare poco comprensibile il discorso della crescita umana e civile di questi combattenti.

Pur restando una testimonianza preziosa della guerra per bande nel vicentino, mi sembra che questa volta qualche cosa non abbia funzionato nell’ingegno narrativo dell’autore e che quel volere smussare a tutti i costi i contorni dei fatti abbia finito con il renderli, anziché più reali e veritieri, come doveva essere nelle intenzioni, degli eventi il cui livello di credibilità viene più volte messo in discussione.

Non è che manchino pagine e descrizioni di accadimenti che di per sé sono notoriamente tragici, ma il raccontarli, alleggerendo troppo la tensione, finisce con lo sminuirli e può dare un’errata visione di quello che fu la resistenza.

I piccoli maestri è senz’altro un romanzo minore di Meneghello, anche dal punto di vista stilistico, con una certa inclinazione all’estetismo quasi fine a se stesso.

Ciò non toglie che meriti di essere letto, ma certo non ci si può attendere l’esemplare prova di equilibrio di Libera nos a Malo.

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28 Gennaio, 2012
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Gentile Renzo,
ho finito di leggere da pochi minuti questo libro e parlo quindi sull'onda dell'entusiasmo.
Ho letto il suo punto di vista che mi sembra interessante e stimolante. Tuttavia le devo dire che non coincido con quanto lei afferma.
Io la resistenza non l'ho fatta ne vista, ho 29 anni e parlo quindi con molto rispetto, ma credo che l'idea qui sperimentata da Meneghello di raccontarla in maniera antieroica e antiretorica sia straordinaria e calzi a pennello con i profili reali di quelli che sono stati questi combattenti italiani, giovani, inesperti, a volte forse illogici e impertinenti, ma con una enorme voglia di mettersi in gioco per rendere la loro terra un luogo migliore. Apprezzo la capacitá dell'autore di fare questo salto lontano dalle idiologie e appunto dalla retorica e di esaminare gli esseri umani e non i "supereroi". Non penso sia stato facile visto che é stato un protagonista, appartenente ai vincitori. L'ho trovato un libro estremamente serio e per nulla goliardico e credo che anche la maturazione del gruppo, confrontato con gli altri gruppi partigiani che compaiono nel libro, sia percepibile ampliamente, almeno a me sembra di essere riuscito a seguirla.
Mi é sembrato inoltre scorrevole. Quello che potrei criticare costruttivamente potrebbe forse essere l'eccessiva lentezza e lunghezza di alcuni passaggi di "azione" se posso chiamarli così (vedi la fuga dal rastrellamento nella pioggia o la sparatoria nel cimitero) e l'uso di alcune parole magari "ricercate".
Consiglio a tutti la lettura, appunto per avere una visione diversa, alternativa, se posso permettermi, da quella che ci é stata tramandata sui banchi di scuola.
Mi farebbe piacere avere la sua opinione
Un abbraccio e buone future letture
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