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La colpa è dell’uomo! Libera nos a luame…
Un autore che racconta la sua città è la dimostrazione dell’amore che lo lega alla storia, alle conquiste e alle sofferenze che nel tempo si sono intervallate per la crescita e l’affermazione in tutti i campi della propria gente. Perissinotto è torinese ed ama la sua Torino, la ama in toto e lo fa mescolando storie di torinesi che respirano il profumo dell’aria satura di progresso, rendendola industriale e artificiosa, che con il suo spirito ha cambiato la natura dei suoi abitanti. Una città importante, che è stata amata e odiata nel tempo.
“Le colpe dei padri” credo che rappresenti l’opera più importante di Alessandro Perissinotto, per le sue peculiarità a far incontrare le storie degli operai nel contrasto di una complessa struttura che ha dimensioni mondiali.
La chiave di lettura è la sindrome di Stoccolma, il carnefice è la grande industria che lascia un grande vuoto profondo quando abbandona il lavoratore a se stesso rendendolo vulnerabile e depredato della sua identità, per capire la crisi odierna e il cinismo delle strutture industriali di oggi bisogna ricordare inesorabilmente il passato: il dopoguerra, le rivoluzioni sindacali, gli anni di piombo, il terrorismo e le Brigate Rosse.
La storia privata del personaggio principale Guido Marchisio/Ernesto Bolle si inserisce nella storia sociale in modo molto avvincente e credibile, attraverso un ricordo, un flash-bulb e alcune circostanze fortuite, la vicenda si snoda con una suspance che ti tiene attaccato alla pagina e ti culla con uno stile e una narrazione molto appassionata ed ad alti livelli.
Il padre è la fabbrica che genera il lavoro e la ricchezza, il padre è chi genera figli che diventeranno uomini, entrambi hanno l’indole di fare il bene con naturale istinto, eppure finiranno a far emergere le smagliature e a divenire colpevoli e carnefici, è molto sottile la linea di demarcazione dell’arbitrio tra responsabilità e irresponsabilità.
Guido come Ernesto sono l’antitesi di Torino nella sua essenza: il ricco e il povero, il potere e la lotta….bisogna attendere di leggere le ultime pagine per capire il bene e il male e i loro confini fino a dove possono arrivare e fino a che punto si insediano e muoiono le colpe dei padri.
“Superior stabat,lupus, longeque inferior agnus”
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Ps. Oggi vado a farmi un giro a Kingland ;-)
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