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Saper cambiare il proprio abito
La quindicenne Angela ha un grave incidente con lo scooter. Viene trasportata d'urgenza in ospedale ed è identificata da un'anestesista: la ragazza è figlia dell’amico Timoteo, chirurgo del medesimo ospedale.
Nell’apprensione di una spasmodica attesa, dinnanzi alla figlia la cui vita è appesa a un filo, il padre ripensa al passato e idealmente si confessa con la figlia. Perché nella sua intimità ha un enorme segreto e forse è giunto il momento di rivelarlo.
Nel passato di Timoteo c’è stata la passione per una ragazza di borgata, Italia. Con lei, l’uomo è rinato e ha riscoperto se stesso in un momento critico. L’amore è nato casualmente, da un atto vile, ma poi si trasforma, assume alternativamente i connotati di un’ossessione e di un sentimento vero e proprio. Tuttavia il rapporto con Italia è minato dalla condizione borghese, imbevuta di ipocrisie, di Timoteo.
Il soliloquio reale diviene un viaggio nel tempo e nello spazio, attraverso un paese che reca il nome della donna amata e perduta: Italia.
Tra i rimorsi per una vigliaccheria che ha indotto Italia ad abortire contraendo la setticemia, il monologo assume il ritmo di una corsa disperata, in un vano viaggio di ritorno alle origini. E l’immaginaria confessione alla figlia agonizzante rappresenta forse lo strumento per un’improbabile catarsi, un’occasione di riscatto dalla mediocrità di un’esistenza di stimato professionista, di tiepido marito, di padre assente.
La storia cattura, per certi versi indigna, per altri aspetti commuove, per alcuni passaggi può apparire poco credibile.
Vero è che, a parer mio, il romanzo rivela le doti narrative della Mazzantini: l’autrice riesce a immedesimarsi perfettamente nella psicologia e nella fisiologia dell’altro sesso attraverso un io narrante che è maschile a tutti gli effetti. E il “saper cambiare il proprio abito” è davvero una grande abilità tanto per uno scrittore, quanto per una scrittrice.
Bruno Elpis
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Commenti
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Ciao Pia!
Al contrario di te Bruno ho visto tanti anni fa il film e mi ha molto colpito, straziante e crudo, ma ben delineato nei personaggi, molto incisivi e la storia molto particolare...ho il libro da dieci anni e non mi decido mai.
personalmente penso che sappia scrivere ed esprimere i sentimenti come pochi riescono a fare con la penna!
Katia , forse intendevi UN USO QUALUNQUE DI TE della Rattaro ?
Comunque concordo, ho letto sia la Bignardi che la Rattaro e a questo Mazzantini non si accostano nemmeno , secondo me.
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Grazie per la segnalazione...
Pia