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i canti del caos
I canti del caos, rappresentano un'opera originale che si prefigge l'ambizioso compito di svelare il caos del mondo, di una umanità fatta da personaggi grotteschi e surreali (ma quanto surreali e quanto più reali di quanto possiamo immaginare?). Al di là della trama, che si snoda intorno ai temi della pubblicizzazione di tutto, anche di Dio, e dell'ambiente della pornografia, sono le caratteristiche dei personaggi a incuriosire il lettore, che si trova a riflettere su quanto di "vero" ci sia nelle vicende spesso assurde, violente, surreali che pagina dopo pagina accadono. L'autore dell'opera è il Matto, che si trova a lottare con il proprio editore il Gatto per non perdere il proprio ruolo di narratore, così l'autore stesso entra nella trama del libro e anche il lettore si sente partecipe della storia, come se stesse inventando insieme ai personaggi l'evolversi della storia. la Musa, la Meringa, Pompina e Ditalina, la donna che urla, l'Inseminatore, i trampolieri e i rollers, l'art e il copy, la ragazza con l'assorbente e quella con l'acne e molti altri personaggi contribuiscono a descrivere, generare e inglobare sè stessi e il lettore nel caos.
L'impressione che ho avuto, dopo aver finito i canti del caos, è stata una sorta di visione altra del mondo che mi circonda, la visione moreschiana che guarda oltre l'apparente ordine, quiete, staticità della nostra società per scovare il caos, il rumore, il movimento. Caos che è anche caos interno, descrizione delle forze conflittuali, oscure, spesso violente che agitano gli spazi più profondi della psiche.
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