Dettagli Recensione
Rovistando qua e là
Sistemando e riordinando la libreria per l'arrivo di nuovi "pargoli", è spuntato fuori anche il mio "Tre metri sopra il cielo": libro che avevo completamente scordato di possedere e ora che ne ho la possibilità, mi piacerebbe "sfogarmi". E vorrei farlo alla luce di come la pensavo quando lo presi in mano 7-8 anni fa.
Quando lo lessi avevo più o meno 13-14 anni. Lo lessi in contemporanea con quello che allora era il mio gruppo di lettura del liceo e ricordo che tutti declamammo la sentenza all'unisono: "Raga, ora che abbiamo sprecato del tempo, che si legge di meglio?". E lascio dedurre.
Non può essere descritto come un grande romanzo o un capolavoro. Il fatto che sia stato velocemente dimenticato da me e da molti altri, è la prova evidente del suo essere un libro prettamente commerciale. È una storia adolescente per adolescenti. Il successo viene probabilmente dal fatto che è una love-story: possiede quel genere di contenuto che riesce ad attirare su di sé tutta quella vergognosa attenzione commerciale (mi riferisco al film e al resto della propaganda). Per non parlare di tutta quella pubblicità occulta di marchi e brands... Rabbrividisco ancora al pensiero. È un motivo in più per stereotipare la figura media dell'adolescente e per fomentare il "cosa avere per essere accettato come un membro del gruppo".
Passando allo stile, sottolineo il fatto che io non sono un'amante dell'aggettivazione e dunque ho trovato noioso l'andamento del libro. Prima di trovare un sostantivo dovevi leggere almeno quindici aggettivi e poi forse forse la storia continuava. Un eccesso di aggettivi è motivo di disturbo dell'attenzione, ma questa e la mia personale visione della narrazione.
La storia l'ho considerata banale. Il giovane tenebroso e problematico che si innamora della bionda "innocente" ragazzina, è per certi versi, uno strascico di una caratteristica dei racconti di Lord Byron. Per me non è nulla di nuovo. Parlando d'amore e compagnia, mi sento in dovere di riportare il commento di due delle mie ex compagne lettrici che all'epoca erano nel pieno del loro amore adolescenziale: "Pfff! Ma dai! Forse in un mondo parallelo!"; "Certe cose accadono solo nei film o nei libri..."
Poi tutte le vicende che accadono parallelamente alla storia di Babi... Boh nulla di eccezionale. Sono situazioni che accadono tutti i giorni e le si possono udire tutti i giorni anche passando in cartolibreria o in panificio. Chiacchere di paese, come le chiamano.
L'unico apprezzamento che mi sento di muovere a favore di questo libro è che può essere un verosimile spaccato della vita di adolescenti nella città capitolina. Insomma il suo essere banale è il pregio ed il difetto di questo libro. Personalmente è più un difetto. Ho apprezzato molto anche i ringraziamenti che Moccia a fatto alla donna che ha curato la sua grammatica. Scriverlo in un libro è un grande gesto di umiltà e di riconoscimento dei propri limiti.
Se consiglio di leggerlo? Ovviamente no, la letteratura è ricca di esempi di scrittura e di temi (anche amorosi) affrontati in modo migliore e la vita (dicono) è breve. Al limite potete tenerlo in borsa a tirarlo fuori per occupare quelle pause morte: fila alle poste, in sala d'attesa dal dentista ecc. Ma sono sicura che lo cambiereste per qualcosa di migliore.
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L'ho trovato...noioso da morire...
Forse come sostieni tu, non ha senso smontare un libro dopo anni di distanza; la recensione mi è tornata in mente solo dopo aver ritrovato il libro e ho voluto pubblicarla lo stesso. All'epoca non conoscevo ancora un sito come questo perché, le lo avessi saputo, avrei speso l'esatto numero di parole che ho utilizzato oggi per recensirlo. La lunghezza è collegata alla mia determinazione nel motivare le preferenze. Trovo che sia sempre bene spendere due parole in dettaglio quando si spiegano le ragioni di una preferenza, sia in positivo ché in negativo.
Se sei disponibile, mi piacerebbe approfondire questa questione del banale in rapporto al mancato lieto fine, mi hai acceso un barlume di curiosità ;)
Hai pienamente ragione, esiste un accanimento contro "Tre metri sopra il cielo", più o meno giustificato non lo so. Io ho guardato il mio orticello e sinceramente non mi è piaciuto. Ma come si dice "de gustibus".
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Mi chiedo il perché di tanta spocchia sinceramente. La tua recensione è sicuramente ben scritta e ben argomentata, ma voglio dire, è un libro che si legge a 13 anni, non è volgare, non è neppure del tutto inverosimile. Banale, tutto quello che vuoi, ma neppure tanto, visto che non vi è un lieto fine. Moccia non sarà un autore geniale, ma non capisco perché fare a pezzi un romanzetto che si sa bene essere stato prodotto per un pubblico di ragazzine. Trovo che questo accanimento contro "tre metri sopra il cielo" sia un po' scontato, forse più dell'autore stesso. Se a 13 anni ti sei divertita a leggerlo, non vedo perché smontarlo ora... Ma questo è un mio parere, io la vedo così! Ciao!